Home TicPuntoTelospiego Digital Divide: cosa significa oggi vivere “a diverse velocità”

Digital Divide: cosa significa oggi vivere “a diverse velocità”

by Redazione Ticronometro

Chi mi conosce lo sa: per passione, per lavoro e per indole personale sono sempre stato uno che con la tecnologia ci va a braccetto. Fin da ragazzo ho cercato di restare aggiornato, non tanto per moda, ma perché mi piace capire come funzionano le cose e, quando posso, costruirle da zero. Negli anni ho anche cercato di aiutare e mettere a disposizione software e competenze nei paesi in cui ho vissuto.

È lo stesso approccio che ho usato con Ticronometro: salvo la sezione news, tutto è stato sviluppato con software creato ad hoc o con strumenti liberi, senza dipendere da soluzioni preconfezionate. L’obiettivo era chiaro: rendere i contenuti facili da consultare e comprensibili per tutti, attraverso strumenti semplici e accessibili.

Questa libertà di studiare, creare e lavorare con gli strumenti digitali non è però solo una questione di scelte: è anche una questione di fortuna. Vivo e lavoro in una zona ben collegata, dove internet funziona e le infrastrutture reggono. Ed è proprio questo che mi permette di immedesimarmi in chi, invece, non ha le stesse possibilità. Perché oggi non essere ben connessi significa restare indietro, perdere occasioni, sentirsi tagliati fuori. In una parola: vivere il digital divide.


📌 Le tre facce del digital divide

  1. Infrastrutturale – Non tutti hanno la stessa connessione. Ci sono città dove si naviga a 2 gigabit al secondo, e paesi in cui ci si arrangia ancora con l’ADSL lenta o addirittura senza copertura stabile.

  2. Economica – Non tutti possono permettersi PC aggiornati, smartphone di ultima generazione o abbonamenti internet di qualità.

  3. Culturale – Anche con fibra e dispositivi, se non si hanno le competenze digitali di base, si rischia di restare esclusi. Non saper usare SPID, la posta elettronica o le piattaforme della scuola significa perdere diritti e opportunità.


📊 Perché ci riguarda da vicino

Il digital divide non è un concetto astratto: si traduce in differenze concrete nella vita quotidiana:

  • Studenti che non riescono a seguire la didattica online con la stessa qualità dei compagni.

  • Lavoratori che non possono fare smart working perché la connessione “cade” continuamente.

  • Anziani che non riescono a prenotare una visita medica online o a utilizzare i servizi pubblici digitali.

  • Imprese che restano meno competitive perché fuori dalle “autostrade digitali”.


🌍 Una nuova forma di disuguaglianza

Se nel Novecento il divario era tra chi aveva l’elettricità e chi no, o tra chi aveva una strada asfaltata e chi viveva su sterrati, oggi il confine passa attraverso i megabit al secondo. Avere o non avere una buona connessione significa essere inclusi o esclusi nella società contemporanea.


💡 Come superarlo

  • Investimenti pubblici nelle reti (fibra, 5G, satelliti) per coprire aree periferiche e rurali.

  • Educazione digitale fin dalla scuola, ma anche corsi per adulti e anziani.

  • Accessibilità economica, perché la rete non deve essere un lusso ma un diritto.


✅ Conclusione

Il digital divide non è solo un problema tecnico: è una questione di diritti, uguaglianza e cittadinanza. In una società dove sempre più servizi – dal pagamento delle tasse alla prenotazione di un treno – passano dal digitale, restare “fuori rete” significa restare fuori dal mondo.

Ecco perché è importante capire a che velocità viaggia la nostra città. Una connessione veloce e stabile non serve solo a guardare un film su Netflix, ma è fondamentale per lavorare da casa, studiare, seguire lezioni online, prenotare visite mediche, comunicare con la pubblica amministrazione e non restare indietro.

👉 Per questo ti invito a partecipare al nostro sondaggio sulla disuguaglianza delle  connessioni a Caselle: più dati raccogliamo, più potremo far emergere le differenze e stimolare chi di dovere a ridurre il divario digitale.

Related Articles