Home TicPuntoIronie BurocraticheGiugno 2025 Il ritorno del caldo istituzionale

Il ritorno del caldo istituzionale

by Redazione Ticronometro

In questi giorni, anche se molti fanno finta di nulla, uno degli argomenti che circolano — tra un caffè e un post su Facebook — riguarda ancora ciò che è successo prima, durante e dopo l’evento del 14 giugno.

E allora, ritornando su certi temi, permettetemi una nota personale.

C’è chi, parlando di me, ha ironizzato definendomi un giornalista mancato. O addirittura un filosofo del web. E va bene così. In fondo, come mi ha insegnato un vecchio redattore, “meglio mancato che mancante”.

A chi, come me, ha fatto comunicazione (mancata), è stato insegnato che un buon articolo deve mettere il lettore in condizione di capire. E allora, quale modo migliore se non quello di immaginare le due anime di Caselle — i due pensieri contrapposti — come due avventori al bar che discutono, battibeccano, si punzecchiano.

Un po’ come succede quando si scrive di una decisione pubblica di un progetto o di un evento importante: se racconti solo un punto di vista, sembra un comunicato stampa. Ma se offri pro e contro, dai modo a chi legge di formarsi un pensiero libero.

Ecco quindi, qui di seguito, come abbiamo voluto immaginare le discussioni casellesi di questi giorni:
non in modo tecnico, né polemico.
Ma con ironia, teatro e un pizzico di verità?

🎭 Scena 1 – Piazza Boschiassi: “Il ritorno del caldo istituzionale”

Atto secondoCaselle, qualche giorno dopo l’evento del 14 giugno. Tardo pomeriggio, tavolini esterni, passanti curiosi e una polemica che ha più vite di un gatto comunale.


PERSONAGGI:

  • FiloAmministrazione – difensore dei comunicati ufficiali, vestito da mezz’estate-in-Giunta.

  • AntiAmministrazione – attento osservatore, sguardo da rassegna stampa e linguaccia sciolta.

  • Gianni del Bar – seduto da ore, non si sa da quando, ma sa tutto.


(Suono di cucchiaini nei bicchieri, una bici che passa. I due protagonisti sono seduti ai lati opposti dello stesso tavolino, come due diplomatici al G7 della polemica casellese.)


FiloAmministrazione (guardandosi attorno con circospezione):
– Ti giuro, l’Amministrazione era presente. ripeto qualcuno c’era! È venuto, zitto zitto, umile. S’è seduto in fondo.
Ma con discrezione, eh. Mica per farsi vedere.
Era lì per ascoltare.

AntiAmministrazione (fissa il fondo della tazzina):
– Ah beh. Come il fantasma di Natale passato.
Lì per ascoltare, ma in posizione “uscita d’emergenza”.
Che poi, diciamolo: più che discreto, sembrava un po smarrito perchè  solo.

FiloAmministrazione:
– Non voleva interferire.
Non c’erano posti riservati, magari ha pensato: “Meglio non disturbare”.
Signorile.

AntiAmministrazione (alzando un sopracciglio):
– Signorile?
Ma ti rendi conto che c’era mezza Italia civile su quel palco?
Scorte di Falcone, familiari di vittime di mafia…
E pure una fila riservata con alcuni posti vuoti.
E chi va, resta per una parte dell’evento e poi magari esce fuori per il caldo?

FiloAmministrazione:
– Era un caldo umido, però. Di quelli bastardi.
Anche le emozioni fanno sudare. Eh.

AntiAmministrazione:
– No. Quello era il sudore del disagio e di esser da solo, ma perchè era solo? perchè gli altri non sono andati?
Perché se tu ci credi in qualcosa che si fa, vai e resti.
Anche in piedi. Anche con la giacca.
E magari dici pure “Buonasera dalla città di Caselle”.
questo è stato l’errore  e finiva tutto li. 


(Pausa teatrale. Dal tavolino accanto si sente tossire.)


Gianni del Bar (alzando appena lo sguardo dal Giornale del Barbiere del 2006):
– Scusate se mi intrometto. Ma io c’ero. Ottava fila, a sinistra. Vicino alla signora che piangeva.
E l’ho visto, sì.
Poi si è seduto.
Non so se meditava, mentre ascoltava gli interventi ne ha ascoltato qualcuno.

AntiAmministrazione:
– E poi?

Gianni del Bar:
– Poi s’è alzato. E via non l’ho visto più.

FiloAmministrazione (scocciato):
– Ma perché dovete sempre esagerare?
Ha fatto un gesto sobrio. Un’assenza presente.

AntiAmministrazione:
– Una presenza assente, semmai.
Che poi, se la fascia pesa troppo  o era impegnata poteva avvicinarsi al palco e poteva  dire:
“Stasera parlo da cittadino.”, ed avrebbe portato i saluti, tutti contenti!
Ma invece niente. 


Gianni del Bar (guardando in alto, come se recitasse una preghiera laica):
– Io ho visto gente commuoversi, gente applaudire, persone che hanno fatto silenzio più lungo di un consiglio comunale.
E lì ho pensato: “Ecco cos’è lo Stato.”
Poi mi sono girato. E lo Stato…
aveva già messo la freccia.


(Silenzio. Si sente in lontananza una campana. O forse è solo il microonde del bar.)


FiloAmministrazione (alzandosi, scocciato):
– Ragazzi, fate come volete.
Ma io vi dico solo una cosa: c’era. Punto.
E adesso vado, che ho di nuovo caldo.

AntiAmministrazione (sottovoce, mentre lo guarda allontanarsi):
– E che strano.
Quando si parla di legalità, qui a Caselle…
viene sempre caldo a qualcuno.

Gianni del Bar (sospira):
– Beh… io rimango.
Ho ordinato un altro caffè.
E magari, stavolta, qualcuno si mette in prima fila al bancone e me lo frega.


Sipario.
Ma solo per oggi.

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