Il 23 maggio Caselle Torinese ha indossato la più bella delle livree: quella della legalità.
Il folto gruppo di alunni dell’Istituto Comprensivo e i ragazzi del CCRR (Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze) ha fatto da cornice a una mattinata dedicata al ricordo della strage di Capaci, dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta.
Un ricordo doloroso e indelebile, reso ancora più toccante dallo splendido drappo commemorativo che, su iniziativa della Commissione Pari Opportunità e per la Promozione della Legalità — unitamente all’assessore di riferimento — è stato decorato con le impronte delle mani dei ragazzi.
Una coreografia grafica densa di significato, che lancia un messaggio chiaro e forte: i ragazzi di Caselle si uniscono contro la mafia e il malaffare.
Ancora più commovente è stato il momento della lettura ad alta voce dei nomi delle vittime della strage, scanditi dalle voci dei ragazzi.
Sul palco del Palatenda si sono poi alternate le autorità civili e militari presenti, che hanno ribadito l’importanza di vivere civilmente sull’esempio di uomini come il giudice Falcone……..
……… Una città che vive all’insegna della civiltà e che promuove la legalità in tutte le sue forme, non può esimersi dal farlo con coerenza, concretezza e visione.
Gruppo Caselle nel cuore
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il testo riportato è un estratto da un articolo pubblicato nei giorni scorsi sul giornale Cose nostre giornale di Caselle (cosenostre-online.it, relativo alla pagina autogestita dalla lista caselle nel cuore
[Titolo: La più Bella delle livree pag.2 numero giugno 2025]
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Però…
E poi arriva il però.
Perché tutto questo — che sembrava scritto col cuore — oggi suona come un copione ben recitato. O, peggio ancora, come un articolo “di circostanza”.
Perché nella sera del 14 giugno, in occasione di una nuova iniziativa dedicata alla legalità, promossa da chi sul territorio porta avanti da anni un impegno concreto contro le mafie, molti di quelli che, nell’articolo precedente, si incensavano per la loro “lotta alla criminalità” non si sono visti.
E allora viene da chiedersi:
Esiste una legalità di serie A e una di serie B?
Ci sono eventi dove è comodo farsi vedere… ed eventi che è meglio ignorare?
È solo una questione di visibilità? O di opportunismo?
C’è qualcosa che non torna.
Qualcosa che merita di essere detto, chiaramente.
Presenze istituzionali alla serata:
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Consiglio comunale: 3 consiglieri, piu uno di passaggio veloce.
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Commissione Pari Opportunità e Legalità: non pervenuta.
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Autorità scolastiche: assenti.
Che significato ha tutto questo?
Che l’impegno per la legalità vale solo se non crea imbarazzo?
Solo se è utile per l’immagine?
Eppure legalità, come la giustiziae come la salute sono valori universali.
Non appartengono alla destra o alla sinistra.
Non cambiano colore in base al partito, alla posizione lavorativa o al ceto sociale.
O sono valori di tutti — o non lo sono.
Il rispetto passa anche da qui:
dal saper mettere da parte i personalismi,
dal partecipare senza calcoli,
dal riconoscere che esserci conta, soprattutto quando non conviene.
Che senso ha organizzare iniziative in nome di Paolo Borsellino, e poi disertare una manifestazione in cui a parlare è proprio suo fratello?
Un uomo di 83 anni che, pur di esserci, si mette da solo in macchina per raggiungere Caselle da Milano.
Non onorare le storie delle vittime di mafia è grave.
Non onorare il lavoro degli agenti di scorta presenti — che fanno il proprio dovere in silenzio, con dignità — lo è altrettanto.
E allora che messaggio diamo ai nostri ragazzi?
Che le manifestazioni per la legalità vanno bene solo quando si può sorridere in posa per una foto sul giornale?
Ma i ragazzi sono svegli. Sono curiosi. E hanno uno strumento potente: Internet.
Dove si trova tutto. Il presente, il passato. Le parole. i silenzi. I motivi delle assenze
Perché il vero coraggio non è parlare di legalità.
È sceglierla.
Sempre.
Anche quando nessuno guarda. Anche quando sei l’unico a farlo.