C’è un nuovo protagonista nelle grandi narrazioni industriali del nostro tempo: il Datacenter Hyperscale.
Se ne parla ovunque, tra promesse di innovazione e slogan sull’economia digitale. E, con una certa disinvoltura, c’è chi lo paragona a un termovalorizzatore.
“Consuma un po’ d’acqua, qualche gigawatt qua e là… ma in fondo, è la stessa cosa”, dicono.
Una nuova infrastruttura un tempo vista con sospetto, oggi celebrata come segno di progresso.
Un déjà vu? Forse sì.
Del resto, lo schema è noto:
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Si presenta un’opera controversa.
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Il pubblico si divide tra “Oddio la catastrofe” e “Ce lo chiede il progresso”.
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Passano gli anni.
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“Avete visto? Alla fine il termovalorizzatore non ha fatto male a nessuno!”
Ed è proprio in questo clima di rassicurazioni che prende piede una formula ormai ben rodata:
“È come col termovalorizzatore: all’inizio tutti contrari, poi tutti contenti.”
Una frase che ritorna spesso, in conferenze istituzionali, in convegni dal titolo futuristico, e perfino in qualche talk show dove ci si alterna tra grafici colorati e dichiarazioni solenni sul “non restare indietro”.
La narrazione è chiara: se non li vogliamo, siamo degli inguaribili nostalgici del Medioevo, dei poveri amanti del “no a tutto”, allergici al progresso, a rischio di estinzione sotto il peso della nostra arretratezza.
In questo racconto, il datacenter non è più un’infrastruttura da valutare con attenzione, ma il nuovo simbolo del mondo che cambia, e chi solleva dubbi diventa automaticamente un luddista da compatire.
Del resto, è sempre più facile convincere se il messaggio è: “fidatevi, poi vi passa”.
Facciamo chiarezza: sono proprio la stessa cosa
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Il termovalorizzatore brucia i rifiuti.
Il datacenter brucia energia, acqua e a volte la pazienza dei cittadini. Ma tecnicamente bruciano entrambi qualcosa. Già un buon inizio per essere gemelli ambientali. -
Il termovalorizzatore produce calore e lo recupera.
Il datacenter produce calore e lo scarica nell’acqua o nel vicino laghetto, che così diventa ottimo per allevare tilapie bollite. -
Il termovalorizzatore è pensato per chiudere il ciclo dei rifiuti.
Il datacenter invece apre quello del consumo infinito: energia, raffreddamento, server, sostituzioni ogni 3 anni. Economia circolare? Solo se parliamo di ventole. -
Il termovalorizzatore serve una comunità intera.
Il datacenter serve… il traffico TikTok e le riunioni Zoom. Priorità, no?
Ma il vero colpo di genio è l’approccio comunicativo
“All’inizio tutti contrari. Poi tutti favorevoli!”
Che poi, anche questa narrazione è un po’ creativa. Perché dire che “ora tutti sono favorevoli ai termovalorizzatori” è come dire che ora tutti amano il lunedì mattina. Magari c’è rassegnazione, magari è accettazione pragmatica. Ma amore? Quello no.
E l’impatto ambientale?
Beh, quello del termovalorizzatore si misura: emissioni, controlli, filtri, studi epidemiologici.
Quello del datacenter? Un po’ più difficile.
I consumi d’acqua? Riservati.
L’impatto sulla rete elettrica? Top secret.
Il beneficio locale? Qualche posto da “data janitor” e un corso di formazione su come resettare un router.
Ma per carità, non facciamo polemica, è tutto molto simile.
Tipo paragonare una borraccia d’acciaio a un TIR pieno di Coca Cola.
In fondo sono entrambi contenitori di liquidi, no?
In conclusione
Se il termovalorizzatore è una centrale che affronta i rifiuti del nostro stile di vita,
il datacenter è una centrale che alimenta lo spreco digitale del nostro stile di vita stesso, anche quando è basato su meme, filtri e video di gattini.
PS: Per i più curiosi, ecco qualche dato reale
Voce | Termovalorizzatore (es. Torino TRM) | Datacenter Hyperscale (es. Meta, Microsoft, ecc.) |
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Energia prodotta | 80.000 MWh elettrici/anno + 100.000 MWh termici | Nessuna produzione, solo consumo |
Energia consumata | Parziale (rende più energia di quanta consuma) | Fino a 100 MW continui per struttura |
Emissioni CO₂ | ~0,7 ton CO₂ per tonnellata di rifiuti bruciati | Fino a 400.000 ton CO₂/anno se non alimentato da fonti verdi |
Acqua consumata | Circoli chiusi, volumi contenuti | Fino a 1,5 milioni di litri al giorno (raffreddamento) |
Posti di lavoro effettivi | Qualificati, continui, pubblici | Pochi, altamente specializzati, spesso esternalizzati |
Impatto positivo sul territorio | Smaltimento rifiuti + teleriscaldamento | Nessuno. O qualche sponsor a eventi locali, se va bene |
Termovalorizzatori
Vantaggi:
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Riduzione dei rifiuti in discarica: Diminuiscono il volume dei rifiuti destinati alle discariche, contribuendo a una gestione più efficiente dei rifiuti solidi urbani. Discarica Roma+2Sigma Earth+2ESG360+2
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Produzione di energia: Generano elettricità e/o calore attraverso la combustione dei rifiuti, sfruttando materiali altrimenti inutilizzati. ESG360
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Recupero di risorse: Permettono di recuperare energia da rifiuti non riciclabili, ottimizzando l’uso delle risorse disponibili. fabbricaambiente.com
Svantaggi:
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Emissioni inquinanti: Nonostante i sistemi di filtraggio, possono emettere CO₂ e altre sostanze nocive nell’atmosfera. VIVI energia
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Gestione dei residui: Producono ceneri e altri residui che necessitano di smaltimento sicuro, spesso in discariche speciali. Pro\Versi+8SoloEcologia+8Sigma Earth+8
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Costi elevati: La costruzione e la manutenzione richiedono investimenti significativi, sia in termini economici che di tempo.
Data Center
Vantaggi:
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Supporto all’economia digitale: Forniscono l’infrastruttura necessaria per servizi online, cloud computing e archiviazione dati, fondamentali nell’era digitale.
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Creazione di posti di lavoro: Offrono opportunità lavorative sia durante la costruzione che nella gestione operativa, sebbene spesso altamente specializzate.
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Innovazione tecnologica: Stimolano lo sviluppo e l’adozione di nuove tecnologie, migliorando l’efficienza operativa di molte aziende.
Svantaggi:
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Alto consumo energetico: Richiedono quantità significative di elettricità per funzionare e per il raffreddamento delle apparecchiature.Wikipedia, l’enciclopedia libera
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Impatto ambientale: Se alimentati da fonti non rinnovabili, contribuiscono alle emissioni di gas serra e all’inquinamento.
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Utilizzo intensivo di acqua: Molti data center utilizzano grandi volumi d’acqua per il raffreddamento, sollevando preoccupazioni in aree soggette a siccità.Wikipedia, l’enciclopedia libera
Questa sintesi offre una panoramica equilibrata dei principali aspetti positivi e negativi associati ai termovalorizzatori e ai data center, facilitando una comprensione più approfondita delle loro implicazioni ambientali e socio-economiche.
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