Home TicPunto “Studentato e Politica: Dilemmi?, Verità Nascoste? e Domande Aperte, “Un mondo di perchè!

“Studentato e Politica: Dilemmi?, Verità Nascoste? e Domande Aperte, “Un mondo di perchè!

by Redazione Ticronometro

“Studentato sì o no? Questo è un bel dilemma degli ultimi anni. Come ben sapete, io ero favorevole allo studentato, e conoscete le ragioni, che non sto qui a ripetere. Tuttavia, l’unica cosa che ogni amministratore, o meglio, ogni cittadino di questa Italia, dovrebbe fare è agire sempre per il bene della collettività.

Avete capito: ‘fare del bene’. Il bene poteva essere fatto a degli studenti, ai loro genitori, o meglio ancora a coloro che saranno il nostro futuro. Finalmente conosciamo le intenzioni dell’amministrazione: ci è voluto un anno, ma alla fine le abbiamo sapute. Tuttavia, diciamocelo, erano facilmente intuibili. In questi mesi ho sentito tante opinioni, tra cui una frase buttata li in una discussione: ‘Hanno vinto, possono fare quel c…o che vogliono’. Una frase ad effetto, detta da chi, probabilmente indottrinato, non sa che tra le “regole fondamentali” della democrazia non è scritto da nessuna parte che si possa fare ciò che si vuole. Se qualcuno ha imparato questo o lo ripete a pappagallo, è bene che sappia che forse si riferisce a un regime di qualche stato estero sotto dittatura, ma non certo all’Italia. E poiché, nonostante i progressi tecnologici, non è ancora stato inventato il teletrasporto di ‘Star Trek’, lui si trova in Italia e non in quello stato. Gli consiglio quindi di leggere qualche libro di educazione civica e magari di farsi regalare a giugno del prossimo anno una copia della Costituzione italiana.

Come dicevamo, ci è voluto un anno per avere la certezza della risposta, ma l’evolversi della situazione ha sollevato molte domande. Come recita un vecchio detto: vivi, impara, analizza e poniti delle domande. Ed è proprio quello che ho fatto io.

Si sapeva che il finale era prevedibile, ma iniziamo ad analizzare alcuni aspetti. Non sarò qui a spiegarveli, sarebbe un indottrinamento, e ne subite già abbastanza dalla TV, dai social, dai politici, dagli ‘amici degli amici’ — sì, quelli che sanno tutto. Quindi, non è questo il mio scopo. Il mio obiettivo è farvi riflettere, anche solo per qualche minuto. Non mi interessano le vostre conclusioni; l’importante è che vi fermiate, riflettiate e vi poniate delle domande.

‘La struttura non è idonea, troppo lontana dall’università, troppi minuti è fuori dai parametri’, così ci dissero, ma alla fine il ministero la dichiara idonea. Le domande che dovremmo porci sono: su quali basi è stato affermato questo? È stata fatta un’analisi del bando da parte dell’ufficio tecnico o di tecnici esterni? O non è stata fatta alcuna analisi, e a priori si è detto che non era idonea?

Dopo un anno, sappiamo che da quasi dieci mesi la struttura era stata dichiarata idonea, ma fino al consiglio del 22 luglio, a una domanda precisa, è stato risposto che la richiesta era stata rifiutata. Tuttavia, si è scoperto che non era così. Cosa può essere successo?

Forse non è arrivata la comunicazione ufficiale dell’idoneità da parte del ministero, che si è limitato a pubblicare il risultato sul sito istituzionale? Qual è la prassi per questo tipo di bandi? Chi normalmente si occupa di controllare i bandi ha avuto una svista e non lo ha fatto? Oppure non c’era interesse e quindi non si è controllato? Ma se fossimo davvero in questa situazione, perché dire che la richiesta è stata bocciata?

L’amministrazione alla fine ha dichiarato che non era sua intenzione realizzare una residenza universitaria, ma che la candidatura era una specie di ‘stratagemma per aumentare il valore dell’immobile che deve essere venduto’.

Facciamo una piccola premessa: non è un indottrinamento, ma serve a spiegare e facilitare la comprensione di alcuni passaggi. La costruzione o il restauro di edifici comportano dei costi che, se sono di proprietà di un’amministrazione, ricadono sul bilancio e quindi sulla collettività. E durante l’iter i costi tendono ad aumentare. Ad esempio, la ristrutturazione di un edificio per portarlo a nuovo, alla fine, difficilmente avrà il costo iniziale previsto, ma aumenterà a causa degli imprevisti, che possono essere di vario tipo. Di conseguenza, serviranno capitali aggiuntivi.

La vendita di via Cravero potrebbe rappresentare un buon capitale da far entrare nelle casse comunali. D’altra parte, nel primo bando, il fabbricato di via Cravero era considerato come parte economica della trattativa, con una valutazione tecnica di 700.000 euro. Sapete qual è stato il risultato? Nessuna azienda ha partecipato, anche perché non si può lavorare e poi, magari, per recuperare i soldi, vendere l’immobile che ti hanno valutato una cifra ben determinata. E se poi non riesci a venderlo o devi svenderlo? Ci perdi…. nessuno ha voluto partecipare!.

Quindi, aver partecipato solo per aumentare il valore lascia il tempo che trova! Non penso che esistano aziende disposte a comprare subito, per sfruttarlo dopo, anche perché ci sono tempi tecnici tra la realizzazione del progetto, la vendita, i traslochi, ecc. Quindi, la vendita avverrà probabilmente tra qualche anno, e certamente con un prezzo diverso. Ma iniziamo a fare alcune osservazioni.

Può davvero questo stratagemma portare a trovare compratori disposti a pagare la sede di via Cravero più di 700.000 euro (ricordatevi questa cifra, non va dimenticata)? E se non si riuscisse a vendere, fino a che punto si è disposti ad abbassare il prezzo? Ci sono forse compratori interessati che aspettano che il prezzo scenda? Una palazzina in centro città fa sempre gola, specie nel mercato degli immobili residenziali.

Queste sono solo alcune delle domande che possiamo porci, ma ce ne sono tantissime. Una, però, sorge spontanea: questa era una situazione in cui era facile avere accesso agli atti e sapere la situazione reale, ma in altre situazioni è abbastanza complicato, magari passano anni, e le risposte alla fine non si potrebbero avere. Ecco la domanda che forse è la domanda delle domande: ma i politici, che siano di un piccolo comune, di una qualsiasi regione d’Italia, o che siedano in Parlamento, dicono sempre tutta la verità ai cittadini che li hanno eletti? Fanno davvero il loro lavoro mettendo sempre al primo posto il bene della collettività o magari qualche volta hanno una svista o una dimenticanza? …… mi metto un po a riflettere e pensarci, chi si unisce?!”

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