Lo diciamo sempre: nelle partecipate pubbliche, ogni nomina vale più di mille parole. Eppure, quando si parla di SETA – la società che gestisce i rifiuti anche a Caselle – pare che i Comuni si risveglino solo a giochi fatti.
🗑️ Dopo aver raccontato, pochi giorni fa, i rischi legati all’aumento di capitale e all’espansione di IREN, oggi torniamo sull’argomento con un nuovo approfondimento. Lo spunto ci arriva ancora una volta da un articolo dettagliato e ben scritto: quello firmato da Liborio La Mattina sulla del La Voce l’8 luglio 2025, che vi linkiamo in fondo.
👓 Anche stavolta ci siamo chiesti: quanti riusciranno a leggerlo fino in fondo? Quanti capiranno cosa c’è davvero dietro al nome Enzo Lavolta, e perché sta creando mal di pancia nei sindaci del territorio?
E così eccoci qui: con il nostro stile Ticronometro, chiaro e ironico, pensato non per annoiare ma per alleggerire anche le cose più tecniche, renderle digeribili e – perché no – stimolare la curiosità. Il nostro linguaggio è volutamente un po’ irriverente, perché crediamo che un sorriso aiuti a capire meglio cosa succede davvero.
A volte lasciamo anche qualche piccola imprecisione (voluta!): non per distrazione, ma per invitarvi a dire “Aspetta… non è proprio così!” e andare a cercare, verificare, approfondire. Se vi viene voglia di controllare una fonte, abbiamo già raggiunto il nostro obiettivo.
Perché questo è il nostro scopo: aiutare i cittadini a capire. Capire cosa sta succedendo – e cosa potrebbe succedere – se si lascia il volante della raccolta rifiuti a chi, magari, in zona… non ha mai guidato.
💡 Leggete il nostro riassunto, fatevi un’idea, e poi, se volete approfondire (e vi regge lo stomaco), vi invitiamo a leggere l’articolo originale linkato in fondo.
Buona lettura… e, se serve, tenete a portata di mano un po’ di bicarbonato.
♻️ SETA, visioni e bicarbonato
La sindaca Piastra punta su Lavolta, ma i Comuni del Nord-Est (Caselle compresa?) non applaudono.
Doveva essere una nomina condivisa. Un momento di unità tra i Comuni che compongono la galassia SETA, la società che da vent’anni gestisce la raccolta dei rifiuti da Caselle a Sciolze, da Settimo a Brusasco.
E invece no.
Secondo La Voce, la sindaca di Settimo Elena Piastra avrebbe avuto una visione mistica: in sogno le sarebbe apparso Enzo Lavolta, ex assessore torinese, pronto a prendere il timone di SETA S.p.A. al posto del presidente uscente Massimo Bergamini.
Il problema? Non è un’apparizione collettiva.
Più che entusiasmo, tra i sindaci si registra un’ondata di mal di pancia, e non è un modo di dire: si parla già di bicarbonato per digerire una proposta che appare calata dall’alto, più in linea con le logiche di partito che con le esigenze del territorio.
👤 Chi è Lavolta?
Enzo Lavolta ha un curriculum di peso: ex assessore nella giunta Fassino, sfidante di Lo Russo alle primarie del centrosinistra nel 2021 (arrivò secondo col 34,8%), oggi siede nella segreteria regionale del PD, con deleghe su ambiente e digitale. È stato assolto a pieno titolo nel 2024 dal processo “Bigliettopoli”.
Ma… non ha legami con il territorio servito da SETA. La sua figura risulta poco conosciuta tra i sindaci dei piccoli Comuni del Nord-Est torinese, che vorrebbero una guida più radicata e capace di dialogare con le istanze locali. Anche perché SETA non è Torino, e il 3,33% di Caselle, il 3,83% di Volpiano o il 2,38% di San Benigno non sono cifre simboliche: contano, e chiedono voce.
🧑💼 E Volpatto?
Fino a poco fa, il favorito era un altro: Daniele Volpatto, ex assessore e capogruppo a Settimo, vicino all’area Schlein e ben inserito nel territorio. Si era dimesso nel 2024 per motivi personali, ma gode ancora di molta stima. Poi, misteriosamente, è sparito dai radar.
💼 Il nodo politico (e il fantasma di IREN)
Perché tanto fermento attorno a una poltrona da presidente?
Perché guidare SETA significa gestire potere: sulle gare, sulla transizione ecologica, sui rapporti con IREN (che detiene il 48,85% della società) e con AR-Piemonte, la nuova autorità regionale che ha già svuotato i consorzi di molte competenze.
La paura, tra i Comuni, è che si imponga una figura più legata alle dinamiche torinesi che a quelle del territorio. E che ciò apra la strada a un’ulteriore privatizzazione strisciante, con IREN sempre più vicina alla maggioranza assoluta.
📈 Ma SETA funziona!
Eppure SETA, oggi, è sana. I conti sono in ordine, l’utile 2024 ha superato i 2,5 milioni di euro. È proprio per questo che molti chiedono: perché rischiare? Perché non valorizzare la governance pubblica? Perché non ascoltare i Comuni che rappresentano quella “periferia” tanto evocata nei discorsi, ma spesso ignorata nelle scelte?
🗳️ Una società di tutti, non di uno solo
Caselle ha il 3,33% di SETA. Non è tanto, ma non è poco. E potrebbe contare, se lo volesse. Perché il futuro della gestione rifiuti non è scritto, ma si sta scrivendo adesso.
E come ogni volta, chi non si siede al tavolo… finisce nel sacco. Magari dell’indifferenziata.
📎 Per chi si fosse perso la “puntata precedente”:
👉 SETA, rifiuti e poltrone: Iren si avvicina, i Comuni osservano (distratti?)