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Le principali fonti delle entrate correnti

Entrate dei Comuni Il tema della riscossione degli Enti Locali, e dei Comuni in particolare, deve essere inquadrato alla luce delle trasformazioni che negli ultimi anni hanno investito il sistema di alimentazione finanziaria delle autonomie locali che ha visto una progressiva e rapida contrazione dei trasferimenti dallo Stato, sostituiti da quote di gettito fiscale, che ormai rappresentano il perimetro delle risorse effettivamente disponibili per gli enti locali.

La capacità di riscuotere le proprie entrate, tributarie e patrimoniali, costituisce oggi più che in passato elemento decisivo per il conseguimento di stabili equilibri finanziari dei Comuni.

Il sistema della fiscalità comunale poggia su quattro principali imposte:

  1. l’IMU
  2. la TASI
  3. la TARI
  4. l’addizionale comunale all’Irpef

A queste si aggiungono, oltre ai trasferimenti non fiscalizzati e alle entrate a titolo di Fondo di solidarietà comunale, le tradizionali entrate fiscali locali, vale a dire:

  • l’imposta di soggiorno (o l’imposta di sbarco)
  • l’addizionale comunale sui diritti di imbarco
  • l’imposta di scopo – Iscop
  • la Tosap
  • l’imposta comunale sulla pubblicità /diritto sulle pubbliche affissioni
  • il canone di installazione di mezzi pubblicitari
  • il canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche – Cosap

Ulteriori entrate, che hanno però carattere eventuale, sono infine ravvisabili nei proventi derivanti dalla partecipazione dei Comuni all’azione di contrasto all’evasione fiscale. In applicazione del principio di sussidiarietà e al fine di rafforzare gli strumenti della lotta all’evasione fiscale, il legislatore ha complessivamente previsto un maggior coinvolgimento degli Enti territoriali nell’attività di accertamento e riscossione.

IMU

L’IMU è una imposta entrata in vigore dal 1° gennaio 2012 in sostituzione di ICI, Irpef dovuta sugli immobili non locati e relative addizionali regionali e comunali.

L’IMU si differenzia pertanto dall’ICI, in quanto tributo sostitutivo di imposte dirette (l’IRPEF sugli immobili) e ripartito fra l’erario (lo Stato), e il singolo Ente Locale, al quale spettava, nella norma ora modificata, il 50% dell’imposta sugli immobili diversi dalla abitazione principale e, delle relative pertinenze, dei fabbricati rurali ad uso strumentale. L’aliquota dell’IMU è la seguente:

• 0,76%, su tutti i fabbricati, ad eccezione della abitazione principale e di una sua pertinenza

I Comuni possono aumentare o ridurre l’aliquota sino a 0,3% con disposizioni che devono essere deliberate entro il 30 novembre e che possono prevedere esenzioni e riduzioni per particolari tipologie di contribuenti.

L’aliquota prevista per l’IMU deve comunque tenere conto di quanto stabilito per la TASI, posto che la somma dei due tributi non può superare l’aliquota massima del 1,06 %.

L’IMU si paga con versamento diretto da parte del contribuente, utilizzando il modello F24, reperibile presso gli sportelli bancari e gli uffici postali.

Il pagamento mediante modello F24 può essere effettuato anche online, oppure attraverso gli intermediari fiscali abilitati (commercialisti e consulenti fiscali in genere).

TASI

La TASI è la tassa diretta a coprire il costo per i servizi indivisibili forniti dai Comuni, quali illuminazione, sicurezza stradale, gestione degli impianti e delle reti pubbliche, ecc., secondo un principio già enunciato nella soppressa TARES.

La base di calcolo della tassa è quella già utilizzata per determinare l’importo dell’IMU, cioè la rendita catastale dell’immobile, rivalutata del 5% e moltiplicata per i coefficienti previsti per la predetta imposta immobiliare.

La TASI è pertanto dovuta da proprietari ed inquilini, con percentuali di ripartizione che dovranno essere deliberati da ciascun Ente Locale. In caso di detenzione dei locali per un periodo inferiore a sei mesi nel corso dello stesso anno solare, la tassa è dovuta dal possessore dei locali, cioè dal proprietario, usufruttuario o titolare di altro diritto reale sui medesimi (uso, abitazione, superficie).

La TASI si versa mediante modello F24 o con apposito bollettino di conto corrente postale.

Coloro che hanno presentato il Modello Unico per la dichiarazione dei redditi, potranno compensare quanto dovuto per la TASI con i crediti di imposta (in particolare con l’IRPEF).

Ogni Ente Locale potrà inoltre deliberare differenti scadenze, con l’obbligo di prevedere almeno due rate semestrali e la facoltà, da parte del contribuente, di poter effettuare un unico versamento, entro il 16 giugno di ogni anno.

TARI

La tassa rifiuti solidi rappresenta il corrispettivo che l’Ente Locale richiede a fronte del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sul proprio territorio.

La base su cui calcolare la TARI è la superficie calpestabile di unità immobiliari, iscritte o iscrivibili nel catasto urbano, suscettibili di produrre rifiuti.

La norma individua, pertanto, quale presupposto per l’applicazione del tributo l’occupazione di locali ed aree scoperte che si trovano sul territorio dell’Ente Locale, le cui superfici già dichiarate o accertate costituivano la base imponibile dei precedenti tributi.

È tenuto al pagamento colui il quale dispone dei locali o dell’area, a prescindere dal titolo che legittima l’occupazione (proprietà, locazione, uso, ecc.), e soltanto nel caso di occupazione precaria, ad esempio in presenza di locazioni di breve durata (si pensi all’immobile locato per una settimana di vacanza) la tassa è dovuta dal proprietario.

L’importo è stabilito dal regolamento comunale.

È pertanto prevista la determinazione, da parte dei Comuni, di metodi di misurazione della quantità di rifiuti e di gestione dei servizi di smaltimento, con i conseguenti sistemi di ripartizione del costo relativo.

La tassa è riscossa direttamente dall’Ente Locale.

Per il pagamento è possibile utilizzare l’apposito bollettino postale o il modello F24, che l’Ente Locale provvede ad inviare al contribuente, con l’indicazione degli importi dovuti, il codice tributo, l’anno di riferimento, e la scadenza di versamento.