Le lacrime del Vava fanno male al cuore. Arrivano quando il pensiero va all’Olimpiade finita, per lui, con la sconfitta in “misto” a fianco di Sara Errani. Il tempo di dire: «se penso a quando vedi questi cinque cerchi…» e Andrea Vavassori, un gigante come altezza e come dimensione umana, non si trattiene, non ce la fa più, si rifugia nell’abbraccio – sororale, quasi materno – di Sara Errani. […] «Io credo che ormai si sia persa la cultura della sconfitta – dice – del valore di una persona, di un atleta che fa tanti sacrifici per arrivare alle Olimpiadi, e che se ce la fa vuol dire già che ha dei valori importanti. Penso a quanto è successo con Benedetta Pilato. La Di Francisca non la conosco, per carità non voglio essere io a crocifiggerla, ma per me quello che ha detto la Pilato dovrebbe essere la normalità. Invece ormai funziona così: o vinci la medaglia o sei un fallito».
L’articolo integrale di Stefano Semeraro è su La Stampa
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