Ormai è diventato uno degli incubi ricorrenti dell’estate: l’arrivo della TARI, la tassa sui rifiuti. Anche quest’anno, puntuale come una scadenza che nessuno vorrebbe ricordare, le bollette stanno raggiungendo le case dei cittadini, accompagnate da una spiacevole certezza: un nuovo aumento.
Secondo le prime stime, l’incremento si aggirerà attorno al +10%, che poi sembra maggiore a causa della variazione dell’acconto, che quest’anno passa all’85% del totale dovuto.
Una bella botta, soprattutto in un periodo in cui i servizi – almeno in apparenza – sembrano invariati.
🔁 Il solito scaricabarile
Quando la TARI aumenta, scatta il classico gioco dello scaricabarile:
- Il Comune afferma di non poter farci nulla.
- Il Consorzio di Bacino 16 (CB16) si dichiara vincolato da normative superiori.
- SETA S.p.A., l’azienda appaltatrice, risponde di “eseguire soltanto”.
Tutti eseguono. Nessuno decide.
Ma il conto, alla fine, lo paghiamo sempre noi.
Nel frattempo, si mormora che gli aumenti siano giustificati da sanzioni ricevute (irrisorie se rapportate al totale versato dai contribuenti) o da nuove tariffe imposte per legge.
Giustificazioni che, in teoria, possono anche avere senso, ma che spesso vengono applicate senza molte spiegazioni ai cittadini.
❓È tutto davvero inevitabile?
Forse sì. Forse no.
Ma proprio per questo, l’unica arma che resta ai cittadini è l’informazione.
Capire:
- come funziona la filiera dei rifiuti;
- chi prende davvero le decisioni;
- quanto margine operativo hanno i Comuni;
- perché ogni anno i costi aumentano mentre i servizi restano più o meno gli stessi.
Se non possiamo evitare l’arrivo della TARI, possiamo almeno imparare a leggerla. E magari, un giorno, anche contestarla con cognizione di causa.
🧠 Informarsi: perché e come
Chi scrive è finito nella lista nera di Frank e Claire Underwood (sì, quella).
Ma il nero è nero. E a questo punto… peggio di così non può andare! Puntare al nerissimo? Speriamo di no. 🙂
Le mie colpe, facilmente confermate da chiunque mi conosca?
Cercare, chiedere, informarmi.
E se qualche errore c’è stato o ci sarà, magari potrebbe servire da spunto per chi ne sa di più per spiegare, per chiarire, per fare luce.
Utopia? No.
Spiegare è un loro dovere, quindi non può essere considerata un’utopia.
E allora, iniziamo a informarci.
Da dove partire?
Da un documento chiave: il bilancio 2024 di SETA S.p.A., la società che gestisce la raccolta rifiuti in 31 Comuni del Consorzio di Bacino 16, tra cui Caselle Torinese. (documento di svariate decine di pagine che vi invito a leggere)
📚 SETA 2024: Bilancio di un’azienda in ottima salute
💰 Ricavi e profitti
- Ricavi da vendite e prestazioni: 40,68 milioni di euro
👉 Significa quanto SETA ha incassato per i servizi svolti nel 2024 (come raccolta rifiuti, gestione ecocentri, ecc.). È aumentato del +12% rispetto al 2023. - Utile netto: 2,55 milioni di euro
👉 È il “guadagno pulito” dopo aver pagato tutte le spese. Rispetto all’anno prima è aumentato del +690%. Un’enormità, per un’azienda misto – pubblica. - EBITDA: 5,43 milioni di euro
👉 È un termine tecnico che indica quanto l’azienda guadagna prima di pagare tasse, interessi e ammortamenti. In parole povere: quanto resta in cassa dal lavoro quotidiano, e qui è aumentato del 130%.
📌 Tradotto in parole semplici:
SETA ha lavorato di più, ha incassato di più e ha guadagnato molto di più. Un risultato eccezionale per una società che gestisce servizi pubblici.
🏦 Liquidità e solidità economica
- Disponibilità liquide: 7,34 milioni di euro
👉 Sono i soldi prontamente disponibili in cassa o in banca. Sono cresciuti del +79%.
Insomma, il “conto corrente” di SETA è più che florido. - Patrimonio netto: 18,73 milioni di euro
👉 È il valore dell’azienda, cioè tutto quello che possiede meno i debiti. Crescita del +16%. - Debiti verso le banche: -40%
👉 SETA ha quasi dimezzato i suoi debiti Una mossa che indica buona salute finanziaria.
📌 In sintesi:
SETA è un’azienda solida, con più soldi in cassa e meno debiti.
❓Ma se i conti vanno così bene, era davvero necessario aumentare la TARI ai cittadini?
🏗️ Investimenti
- Totale investimenti 2024: 3,38 milioni di euro
SETA ha speso questi soldi per:- 🚛 Rinnovare il parco mezzi (camion e veicoli per la raccolta)
- 🏗️ Sistemare i centri di raccolta e migliorare gli impianti
- 🧾 Avviare la TARIP, cioè la “tariffazione puntuale” (un sistema in cui si paga in base ai rifiuti effettivamente prodotti)
📌 Nota importante:
Questi investimenti sono sicuramente utili, ma non sono nuovi: erano già previsti da anni nei piani del Consorzio.
💬 Quindi non bastano a spiegare l’aumento della TARI, soprattutto in un anno in cui l’azienda ha fatto profitti record.
✅ Conclusione provvisoria:
SETA è un’azienda misto – pubblica che, almeno nel 2024, ha lavorato bene dal punto di vista economico. Ma a questo punto è legittimo chiedersi:
“Se loro guadagnano di più, perché noi cittadini dobbiamo pagare di più?”
♻️ Raccolta differenziata: migliora, ma non abbastanza
📈 I numeri
- Nel 2023 la raccolta differenziata è aumentata del +5%, soprattutto grazie al progetto “Borgaro Smart”, che ha introdotto nuove tecnologie e una gestione più efficiente nel Comune di Borgaro Torinese.
- Nel 2024, l’aumento medio nel territorio del Consorzio di Bacino 16 è stato del +3%.
📌 Tradotto: la situazione sta migliorando, ma molto lentamente. E non ovunque.
🗑️ Il problema dell’indifferenziato
Nonostante i miglioramenti, l’indifferenziato resta ancora troppo alto.
L’indifferenziato è tutto ciò che finisce nel sacco nero, cioè i rifiuti non riciclati che vanno dritti in discarica o agli inceneritori. E lì si paga caro, sia in soldi che in ambiente.
Più indifferenziato = più costi di smaltimento = bollette TARI più alte.
In molti Comuni del bacino (compreso Caselle), la percentuale di rifiuti indifferenziati è ancora troppo elevata, segno che:
- la raccolta non è sempre fatta bene,
- alcuni cittadini non rispettano le regole,
- i controlli sono poco efficaci,
- manca informazione o motivazione.
🚫 La “rivoluzione” annunciata è in ritardo
Negli ultimi anni si è parlato molto di “rivoluzione ambientale”, tariffazione puntuale (paghi quanto butti), più riciclo, meno sprechi, ecc.
Ma, ad oggi, quella rivoluzione non è ancora arrivata davvero nei quartieri, nelle case, nei condomini di tutti i comuni.
Le promesse sono rimaste in gran parte sulla carta.
E i cittadini, da soli, non possono risolvere il problema: servono regole chiare, controlli seri, premi per chi fa bene e strumenti per chi ha difficoltà.
✅ Cosa funziona (e cosa no)
Funziona:
- Dove ci sono cassonetti intelligenti, tessere e premi per chi differenzia bene.
- Dove i Comuni informano i cittadini con chiarezza, anche porta a porta.
- Dove ci sono operatori formati e servizi puntuali.
Non funziona:
- Dove la raccolta è confusa o poco seguita.
- Dove ci sono ancora bidoni stradali aperti (che attirano rifiuti da altri comuni).
- Dove mancano controlli e i furbi la fanno franca.
🧠 Conoscere per scegliere
Per migliorare davvero, serve un patto chiaro tra cittadini, Comuni e gestori.
Ma servono anche dati pubblici, bilanci comprensibili e la possibilità per i cittadini di dire la propria.
Perché se la raccolta differenziata fa bene all’ambiente, fa anche bene alle tasche di tutti.
Ma solo se è fatta bene. E con trasparenza.
Raccolta Differenziata CB16 – Dati Comune per Comune
Comune |
Raccolta Differenziata 2023 (%) |
Raccolta Differenziata 2024 (%) |
Indifferenziato 2024 (kg/ab) |
Caselle Torinese |
58 |
60 |
190 |
Borgaro Torinese |
72 |
76 |
150 |
Mappano |
63 |
65 |
170 |
San Maurizio C.se |
61 |
63 |
180 |
Leinì |
60 |
62 |
185 |
San Francesco al Campo |
65 |
66 |
175 |
ed ora un po di note dolenti….
🚨 Servizi ridotti, disservizi aumentati
Nel 2024, mentre i numeri del bilancio di SETA raccontano un’azienda in piena salute economica, le segnalazioni dei cittadini raccontano un’altra storia.
Secondo lo stesso documento societario (pag 52), le mancate raccolte dei rifiuti sono aumentate dell’8% rispetto all’anno precedente. In particolare, si segnalano incrementi significativi per:
-
rifiuto organico: +37%
-
verde: +32%
-
indifferenziato: +13%
La causa? L’esternalizzazione urgente di parte del servizio durante il periodo estivo, per compensare la difficoltà nel reperire personale stagionale. Una scelta che, secondo SETA, ha ridotto i tempi per la formazione e la pianificazione, con effetti visibili sulla qualità del servizio.
Il call center ha ricevuto oltre 22.000 telefonate, mentre i sopralluoghi degli ispettori ambientali sono saliti a oltre 9.000. E le sanzioni? Triplicate: da 24 a 70 (+190%).
🧩 Il caso dei Comuni a raccolta ridotta
Nel 2024 è entrata in vigore una modifica importante: in alcuni Comuni la raccolta dell’indifferenziato è passata da settimanale a quindicinale.
I territori coinvolti sono:
San Benigno Canavese, Caselle Torinese, Mappano e Volpiano.
L’obiettivo ufficiale? Efficientare il servizio e spingere sulla differenziata.
Ma nella pratica, la riduzione dei passaggi ha coinciso con un aumento dei disagi e delle lamentele, proprio nei Comuni interessati dalla misura.
📌 Insomma: con un utile record e meno raccolte, i cittadini ricevono meno ma pagano di più.
👥 Chi controlla davvero SETA S.p.A.?
SETA S.p.A., l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti per molti Comuni del Consorzio di Bacino 16, è una società a partecipazione pubblica, cioè di proprietà, in parte, dei Comuni stessi. Ma non solo.
👑 Chi sono i proprietari (composizione societaria)
Questi sono i principali soci (cioè i “padroni”) di SETA:
- IREN Ambiente S.p.A. – 48,85%
👉 È una grande multiutility che opera in tutta Italia nel settore dell’energia, dell’acqua e dei rifiuti. È il socio di maggioranza relativa, cioè non ha più del 50%, ma è il più grande.
Grazie a questo, ha un forte peso nelle decisioni e nomina il Presidente del Consiglio di Amministrazione (CdA). - Comune di Settimo Torinese – 10%
- Comune di Caselle Torinese – 4,30%
- Comune di Borgaro Torinese – 3,67%
- Comune di Leinì – 3,64%
- Altri Comuni del CB16 (Consorzio di Bacino 16) – complessivamente 51,15%
📌 Attenzione al paradosso:
I Comuni sono sia clienti che proprietari di SETA.
In pratica, pagano SETA per il servizio… e allo stesso tempo partecipano agli utili (se ci sono).
Questo crea una situazione ambigua: da una parte dovrebbero tutelare i cittadini, dall’altra difendere il bilancio della società di cui sono soci.
💼 Quanto guadagna chi guida SETA?
Chi siede al vertice di SETA – il Presidente, l’Amministratore Delegato e i membri del Consiglio di Amministrazione – riceve compensi annuali importanti. Si tratta di nomine fatte dai soci della società: il Presidente, ad esempio, viene indicato da IREN, mentre l’Amministratore Delegato viene scelto dal Consiglio stesso.
Si parla di cifre significative, in crescita rispetto agli anni precedenti, coerenti con gli utili aziendali che hanno raggiunto livelli record nel 2024.
❓Ma sono compensi giustificati?
Dal punto di vista formale, tutto è corretto: un’azienda che chiude in attivo può permettersi di retribuire adeguatamente i propri dirigenti. Ma la vera domanda è un’altra:
👉 La qualità del servizio che i cittadini ricevono è davvero all’altezza?
Quando si legge sui social ritardi nei ritiri, cassonetti gestiti male, scarsa comunicazione e trasparenza limitata, è lecito chiedersi se l’efficienza che vediamo nei bilanci corrisponda davvero a quella percepita sul territorio.
In altre parole: se la macchina funziona bene, per chi sta funzionando?
🧭 In conclusione
SETA è un’azienda mista-pubblica, ma con logiche da azienda totalmente privata.
I cittadini non eleggono chi la gestisce, ma la pagano ogni anno attraverso la TARI.
Per questo è importante che ci sia trasparenza:
- su chi comanda,
- su come vengono spesi i soldi,
- e su chi controlla davvero i controllori.
🏛️ Cos’è il Consorzio di Bacino 16 (CB16)
Il CB16 è un ente pubblico che si occupa di coordinare la gestione dei rifiuti urbani in 31 Comuni della provincia di Torino, tra cui Caselle Torinese, Borgaro, Leinì, Mappano, Settimo e altri.
Non raccoglie fisicamente i rifiuti, ma decide come deve funzionare il sistema.
In pratica, è il regista del servizio rifiuti a livello locale.
📋 Cosa fa il Consorzio CB16?
Le sue funzioni principali sono:
- ✅ Approvare il PEF (Piano Economico Finanziario)
👉 È il documento che stima tutti i costi del servizio rifiuti e su cui si basa la TARI che pagano i cittadini. - 📝 Affidare gli appalti per la gestione del servizio
👉 Oggi il servizio è affidato a SETA S.p.A., ma il Consorzio potrebbe – in teoria – cambiarlo. - 🔍 Verificare la qualità del servizio e le tariffe applicate
👉 Deve controllare che ciò che SETA promette di fare, venga davvero fatto (e al prezzo giusto). - 🏛️ Fare da tramite con ARERA
👉 ARERA è l’Autorità nazionale che regola le tariffe luce, gas, acqua e rifiuti. Il CB16 trasmette i dati e riceve indicazioni
👥 Chi governa il Consorzio?
- L’organo principale è l’Assemblea i dei Comuni consorziati.
- Ogni Comune ha diritto di voto, ma il voto è “ponderato”:
👉 più abitanti ha un Comune, più pesa il suo voto.
❓Ma allora… chi decide davvero quando aumenta la TARI?
Ufficialmente, sono i Comuni – attraverso il Consorzio – a decidere insieme dopo che AREA manda le sue considerazioni
ad esempio
-
Aumenti legati all’inflazione:L’aumento dei costi di carburanti, energia, materie prime e servizi ha inciso sui bilanci dei Comuni e dei gestori dei rifiuti, portando a un rincaro della TARI.
-
Componenti perequative:ARERA ha introdotto componenti perequative che vengono applicate alla TARI per finanziare interventi a livello nazionale o per coprire costi specifici.
-
Effetti sulle utenze:L’impatto degli aumenti varia a seconda del Comune e delle singole utenze, ma in generale si registra un incremento della tassa, con importi che possono variare a seconda delle dimensioni dell’abitazione e del numero degli occupanti.
Ed ecco il paradosso: nonostante un utile in crescita del 690%, si è preferito ridurre la frequenza dei ritiri a 14 giorni. Una scelta che, più che educativa, sembra avere un altro obiettivo: tagliare i costi operativi di SETA, forse proprio per contenere quella parte di spesa legata all’inflazione a cui fa riferimento ARERA.
In pratica, con un bilancio florido, si è deciso comunque di risparmiare sui servizi.
A pensar male si fa peccato… ma spesso ci si azzecca.
Ma quando i cittadini protestano per gli aumenti, i Sindaci dicono:
“Non dipende da noi, lo ha deciso il Consorzio.”
📌 Un cortocircuito comunicativo che crea confusione e sfiducia.
In realtà, i Comuni votano, partecipano e possono influenzare le scelte, ma preferiscono scaricare la responsabilità.
🧠 Perché è importante conoscere il CB16?
Perché non è un’entità astratta. È composto da persone elette dai cittadini, che siedono nei Consigli Comunali e poi nel Consorzio.
Sapere:
- chi ci rappresenta,
- come vota,
- e cosa fa per contenere i costi del servizio,
…è un diritto dei cittadini.
Soprattutto se, alla fine, la TARI aumenta ogni anno.
📦 Cos’è il PEF (Piano Economico Finanziario)?
Il PEF è il documento che calcola quanto costa ogni anno gestire i rifiuti nel tuo Comune. Include:
- il costo dei mezzi e del personale (es. operatori ecologici),
- la manutenzione degli ecocentri,
- i costi per smaltire l’indifferenziato,
- i costi per trattare il riciclo,
- e le spese di gestione generale.
🧾 Sulla base di questo piano viene poi calcolata la TARI che ciascuna famiglia deve pagare.
Se il PEF cresce, cresce anche la TARI.
Ma se il servizio è più efficiente o costa meno, potrebbe scendere.
🗳️ Come funziona il voto ponderato nel Consorzio?
Nel Consorzio CB16, ogni Comune ha diritto di voto, ma non tutti i voti valgono allo stesso modo.
📊 Funziona così:
- Ogni Comune ha un “peso” in base alla popolazione residente.
- I Comuni più grandi (come Settimo Torinese, Ciriè o Caselle) valgono di più nel voto.
- I Comuni più piccoli hanno meno peso.
👉 Questo sistema serve a rappresentare meglio il numero effettivo di cittadini coinvolti nelle decisioni.
Esempio semplificato per far capire:
- Settimo Torinese (circa 48.000 abitanti) → voto “pesa” 20%
- Caselle (circa 12.000 abitanti) → voto “pesa” 5%
- Un Comune di 2.000 abitanti → voto “pesa” meno dell’1%
📌 Attenzione: questo significa che bastano pochi Comuni grandi per far passare una decisione, anche se molti Comuni piccoli sono contrari.
Ecco lo schema grafico del sistema circolare… ma chiuso che descrive come funziona davvero il ciclo della TARI:
- I cittadini pagano la tassa ai Comuni.
- I Comuni fanno parte del Consorzio CB16, che decide i costi (PEF) e affida l’appalto a SETA.
- SETA riceve i soldi, fornisce il servizio… e genera utili.
- Questi utili tornano a IREN e agli stessi Comuni, in forma di dividendi.
👉 Chi paga è sempre il cittadino.
🧾 Partecipazione del Consorzio CB16 in SETA
Il Consorzio di Bacino 16 (CB16) detiene una quota del 12,45% di SETA S.p.A., la società che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in 31 Comuni torinesi.
Cosa comporta questa partecipazione?
- 📈 Incassa dividendi
👉 Se SETA chiude l’anno con un utile (cioè un guadagno), il CB16 riceve la sua parte sotto forma di dividendi, come un qualsiasi azionista. - 🧮 Decide i PEF
👉 Il Consorzio approva ogni anno il Piano Economico Finanziario, che stabilisce i costi del servizio e da cui si ricava la TARI che pagano i cittadini. - 🧭 Non ha un controllo diretto, ma un’influenza concreta
👉 Non gestisce SETA, ma partecipa al suo consiglio di amministrazione, vota i bilanci e approva i costi. Insomma, non comanda, ma incide parecchio.
📌 In pratica, i Comuni – tramite il Consorzio – hanno tre ruoli contemporaneamente:
- Clienti → pagano SETA per il servizio.
- Regolatori → decidono le tariffe e i contratti.
- Azionisti → guadagnano dagli utili della società.
👉 Una tripla veste che solleva interrogativi sulla trasparenza e sulla tutela dell’interesse dei cittadini.
🕰️ Breve evoluzione storica
Per capire come siamo arrivati a questo punto, serve uno sguardo al passato:
- 2000–2010 – Gestione diretta o comunale:
Ogni Comune organizzava il servizio rifiuti per conto proprio, con mezzi e personale proprio o tramite consorzi locali. - 2010 – Nasce SETA S.p.A.:
Viene costituita una società mista pubblico–privata, che prende in mano la gestione del servizio per tutto il bacino. - 2015–2018 – Il CB16 acquisisce quote:
Il Consorzio diventa azionista diretto di SETA, centralizzando la partecipazione per conto dei Comuni. - 2020–2024 – Utili in forte crescita:
SETA registra bilanci positivi, ogni anno migliori, e distribuisce dividendi al CB16 e agli altri soci (tra cui IREN).
📌 Sintesi finale: una situazione da conoscere
- La TARI aumenta ogni anno, anche del 10%.
- I bilanci di SETA sono da record, con milioni di euro di utile.
- I Comuni approvano gli aumenti… e poi incassano una parte dei profitti tramite il Consorzio.
- Il cittadino paga, ma non ha voce in capitolo.
- L’unico strumento che ci resta è l’informazione: capire come funziona il sistema, chi lo gestisce, e con quali conseguenze.
Ed ecco il paradosso.
SETA ha guadagnato di più, registrando utili che, in teoria, potrebbero essere redistribuiti ai Comuni soci (dividera dividendi per circa un milione di euro).
Comuni che, volendo, potrebbero usarli per calmierare i prezzi della TARI.
Invece, quest’anno abbiamo assistito a una riduzione dei passaggi dell’indifferenziata.
Tradotto: meno passaggi, meno usura dei mezzi, meno carburante, un aiuto per SETA.
E nonostante questo… ecco un aumento del 10% sulla bolletta.
Questo sì che è un paradosso.
dall’ultima pagina del bilancio di SETA 2024 si legge:
PROPOSTE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE ALL’ASSEMBLEA DEI SOCI
Sulla base di quanto esposto si propone di destinare l’utile di esercizio ammontante a complessivi 2.550.282,28 euro
come segue:
– 5% pari a 127.514,11 euro alla Riserva Legale;
– 1.422.606,62 euro alla Riserva Straordinaria;
– la restante parte pari a 1.000.161,55 euro verrà distribuita ai soci con un dividendo unitario pari a euro
0,0808.
Settimo Torinese, 19/03/2025
dopo questa lunghissima lettura sapete chi sono i soci
📌 Disclaimer
Abbiamo letto molte pagine e provato a semplificare il più possibile.
Ma gli errori ci sono, e – purtroppo – ce ne saranno ancora.
Questo testo non pretende di essere perfetto: vuole solo offrire una base per capire meglio e, magari, stimolare un po’ di curiosità, siate curiosi affamati di notizie.
Se qualcosa non è ancora chiaro o qualche numero è errato (possiamo sbagliare, vi invitiamo a dare un’occhiata direttamente ai bilanci di SETA degli ultimi anni e alla documentazione disponibile online.
Abbiamo cercato di riassumere, nel modo più comprensibile possibile, la realtà della raccolta differenziata nel nostro territorio.
Non siamo esperti, ma semplici cittadini – come voi – che nel tempo libero cercano di aiutare altri cittadini a capire meglio ciò che accade.
Speriamo di non ritrovarci ancora una volta al centro di qualche articolo il cui unico scopo sia denigrare chi, senza un euro né un banner pubblicitario, prova a diffondere un po’ di consapevolezza.
E, se proprio si ha tempo per scrivere un articolo, magari si potrebbe usarlo per avvicinare i cittadini alla politica.
Perché se un cittadino fa una domanda, forse è meglio rispondere con una spiegazione… piuttosto che con un semplice copia-incolla dell’oggetto di un atto.
[Link ai bilanci di SETA S.p.A.]
e dopo questo lunghissimo articolo ridiamo per non piangere