IN SALA ROSSA IL PRIMO VOLUME DEI LIBER CONSILIORUM CON GLI ORDINATI DEL 1325, PARTE DELLA MOSTRA CHE SI INAUGURA OGGI ALL’ARCHIVIO STORICO
Il prezioso primo volume dei Liber Consiliorum con gli Ordinati del 1325, in mostra oggi in Sala Rossa, è uno dei pezzi forti della mostra “Il Trecento a Torino nell’Archivio della Città. I 700 anni del primo volume degli Ordinati”, realizzata in collaborazione con la Presidenza del Consiglio comunale, che apre al pubblico oggi.
Quello che avviene oggi in Sala Rossa è un simbolico ritorno alle origini dell’assemblea di Palazzo Civico. Un organismo di rappresentanza che in quegli accuratamente conservati documenti, raramente esposti al pubblico, ritrova le sue antiche radici, dipanatesi nel corso del tempo sino ad assumere la dimensione di un Consiglio comunale espressione diretta delle cittadine e dei cittadini.
Una storia che è stata minuziosamente catalogata per sette secoli, dagli Ordinati e poi dai loro successori, gli Atti consiliari, che ancor oggi registrano la vita istituzionale della Città. Una continuità che la scelta di presentare il primo volume del Liber Consiliorum con gli Ordinati del 1225 – e la mostra stessa – nella sala che ospita le riunioni del Consiglio comunale ha inteso evidenziare e onorare.
In occasione dell’inaugurazione della mostra che avverrà oggi alle ore 18:30, presso l’Archivio Storico della Città di Torino di via Barbaroux 32, avrà luogo un’apertura straordinaria, libera e gratuitafino alle ore 23:00, con visite guidate a cura degli archivisti. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con la Presidenza del Consiglio comunale ed è uno degli eventi di UNIGHT, Notte Europea delle ricercatrici e dei ricercatori.
La mostra rimarrà successivamenteaperta, coningresso gratuito, fino al 31 dicembre, con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì, dalle 8:30 alle 16:30.
Attraverso preziosi documenti medievali conservati all’Archivio Storico della Città di Torino e di rado esposti al pubblico, la mostra Il Trecento a Torino nell’Archivio della Città. I 700 anni del primo volume degli Ordinati racconta il quadro della vita amministrativa e quotidiana nella civitas Taurini del basso Medioevo.
La mostra trae spunto del 700° anniversario del primo volume dei Liber Consiliorum, contenente gli Ordinati del 1325, esposto con l’occasione insieme ad altri volumi significativi degli Ordinati del Trecento. Gli Ordinati e rilegati in pergamena, raccolgono i verbali delle adunanze del Maggior Consiglio, che possiamo definire l’equivalente dell’attuale Consiglio Comunale, e del Minor Consiglio. L’Archivio Storico della Città di Torino conserva gli Ordinati fino al 1848, quando Carlo Alberto rende elettivo il consiglio. Da tale data la serie continua, fino al giorno d’oggi, come Atti Municipali.
L’intero fondo documentario civico copre, quasi ininterrottamente, settecento anni di storia della Città e si tratta di una fonte che vanta una continuità e una coerenza che raramente si trovano in analoghe serie archivistiche degli altri comuni d’Italia.
Grande risalto hanno inoltre lo straordinario documento delle franchigie, corredato da cinque sigilli, concesse alla Città dal conte Amedeo VI di Savoia nel 1360, e gli statuti, emanati nello stesso anno, che hanno regolato la vita dei torinesi per quasi cinque secoli. Quest’ultimo prezioso documento, tesoro e testimonianza storica della Città, è soprattutto conosciuto come “Codice della Catena” per la catena di ferro a cui era assicurato da fine Quattrocento per evitarne il furto durante l’esposizione e la libera consultazione da parte dei cittadini presso la sede comunale.
Il percorso prosegue con il“Liber pactiorum” del 1280, i giuramenti di fedeltà e gli obblighi assunti dai forestieri che dimoravano a Torino nei confronti della Città, e un esemplare datato 1363 del Catasto medievale, strumento con il quale venivano calcolate le tasse relative ai beni immobili dei torinesi. Inoltre, è esposto il “Codice Maria”, dal nome della Vergine, volume membranaceo contenente copia di atti emessi fra il 1239 ed il 1543 che riguardano gli interessi della Città. Ancora le pergamene con legabelle del sale e del vino, sempre relative al XIV secolo, e il Rendiconto del Massaro, l’istituzione cittadina deputata al bilancio della città medievale. Tra i documenti saranno anche esposte la celebre pianta di Torino di Giovanni Caracha (la più importante e prima fedele veduta della Città a volo d’uccello, risalente al Cinquecento) e una tavola del Catasto Gatti, commissionato dalla municipalità torinese nel 1820 per mappare il tessuto urbano cittadino. Grazie a questi ultimi documenti e ad altri disegni, stampe e rilievi presentati in mostra, provenienti dalla Collezione Simeom, sarà possibile per il visitatore compiere un viaggio nel tempo attraverso le trasformazioni urbanistiche della città negli ultimi secoli.
“Oggi possiamo vedere, tramite i preziosi documenti magistralmente conservati e catalogati nel nostro Archivio Storico, quanto fosse diversa Torino attraverso le varie fasi storiche, lungo il percorso che l’avrebbe portata a diventare da piccolo ma vivace borgo a città capitale”, sottolinea la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo. Ma soprattutto, possiamo apprendere quanto fossero differenti le modalità con le quali venivano espresse l’amministrazione civica e le procedure seguite nel governo della città nel Medio Evo. Tuttavia, credo che non sia difficile individuare, nel tempo, una linea di continuità nel perseguire la corretta e puntuale gestione dell’interesse pubblico e del bene comune. Un’eredità – conclude la presidente Grippo – che ricade sulle spalle degli amministratori e amministratrici di oggi così come su quelli futuri. Che sia loro di ispirazione e di incoraggiamento di fronte alle crescenti complessità del mondo e della nostra comunità”.
“Questa mostra rappresenta un’occasione preziosa per riscoprire il passato della nostra città attraverso documenti che testimoniano sette secoli di storia civica” – dichiara l’assessora alla Cultura della Città di Torino Rosanna Purchia – “Queste preziose carte ci raccontano come la comunità torinese abbia saputo organizzarsi, affrontare trasformazioni e crisi, costruendo nel tempo un’identità forte e condivisa. L’Archivio Storico è uno scrigno di conoscenza che si apre alla cittadinanza, rafforzando il legame tra passato e presente. Un sentito ringraziamento va alla responsabile dell’Archivio Storico Paola Traversi, alla dirigente Chiara Bobbio e a tutte le persone che con passione e professionalità hanno reso possibile questa esposizione e l’apertura straordinaria di oggi”.
“Una città non sono solo strade, edifici e piazze: è soprattutto il tessuto invisibile delle relazioni, delle regole condivise, delle memorie intessute tra generazioni”, sostieneGiovanni Carlo Federico Villa, direttore del Museo civico di Arte Antica, aggiungendo: “È il luogo in cui una comunità si riconosce, costruisce il proprio presente e custodisce il proprio passato. In quest’ottica gli archivi non sono semplici depositi di documenti: sono la materia viva della città, quanto consente di comprendere un’identità collettiva. E il Codice della catena è un esempio straordinario, raccogliendo quei regolamenti che per secoli hanno disciplinato i rapporti tra cittadini e amministrazione, testimoniando l’evoluzione del vivere civile, delle istituzioni e della convivenza urbana di una Torino che si preparava a divenire capitale. Nelle sue carte è la storia di un patto sociale rinnovato nel tempo, il senso profondo dell’essere comunità. Preservare, e presentare questa memoria, significa custodire l’anima della città stessa, rafforzarne l’identità e rendere consapevole il presente del proprio passato. Perché non c’è futuro senza memoria.”
“Il percorso espositivo che proponiamo, attraverso una selezione di documenti particolarmente significativi, offre suggestioni per la comprensione del contesto sociale, urbanistico, economico e politico della Torino nel Trecento”, spiega Paola Traversi, responsabile dell’Archivio Storico della Città di Torino. “Con la mostra che si inaugura oggi nella sede di via Barbaroux l’Archivio Storico intende valorizzare e rendere accessibile a un vasto pubblico un patrimonio di carte preziose, spesso di difficile lettura e interpretazione, nell’auspicio di suscitare nei visitatori curiosità e meraviglia per i documenti antichi e ulteriore interesse per l’Archivio, custode della memoria cittadina”.
(Ufficio stampa del Consiglio comunale)
