Come ex studente, come zio, come amico di papà e di mamma di chi ha un figlio o una figlia alle prese con la maturità, non posso fare a meno di rivivere quel rito collettivo che, ogni anno, si consuma nei giorni che precedono l’esame.
Tra statistiche da bar, teorie complottiste e slanci di fanta-chiaroveggenza, tutti cercano di indovinare in anticipo le tracce del tema.
E anche quest’anno, come ogni anno, qualcuno ci ha preso: tra le tracce è uscita una su Paolo Borsellino.
Che dire? Sono molto contento.
Non solo perché abbiamo lo stesso nome. Non solo perché veniamo dalla stessa regione.
Ma perché — pur con anni luce di distanza tra le nostre vite — per alcune idee, per certi sguardi sul mondo, mi piace pensare che qualcosa ci accomuni.
Chiariamolo subito: non c’è alcun paragone possibile. Paolo Borsellino è stato un gigante. Io, al massimo, un osservatore curioso, comodamente seduto in poltrona nel mio paese di residenza.
Eppure, proprio esser seduto su una poltrona (di Sala Cervi) mi ha permesso di ascoltare parole importanti. Le sue, in qualche modo.
Attraverso la voce e il racconto del fratello, Salvatore Borsellino, durante la serata dedicata alla legalità organizzata a Caselle.
Non nego che, tra sbobinature, revisioni e riletture, ho ascoltato quel discorso una trentina di volte.
E ogni volta, qualcosa restava.
Domani sera si riunisce anche la Commissione CPO – la Commissione Speciale per le Pari Opportunità e la Promozione della Legalità.
Ma sapete esattamente di cosa si occupa questa commissione?
La CPO, nei Comuni che hanno scelto di istituirla, ha il compito di promuovere una cultura dell’uguaglianza e del rispetto dei diritti, vigilando su eventuali discriminazioni e proponendo azioni concrete per superarle.
Non si occupa solo di donne e uomini, ma anche di disabilità, orientamento sessuale, identità di genere, età, condizioni sociali, culturali o economiche.
Insomma: guarda dove spesso gli occhi della politica non arrivano.
Ma non finisce qui.
Nella sua seconda anima — quella della Promozione della Legalità — la commissione si dedica a sensibilizzare i cittadini, in particolare i giovani, sul valore della giustizia, della verità e dell’impegno civile.
Lo fa con incontri, progetti, iniziative pubbliche.
Potrebbe, ad esempio, portare a Caselle le voci di chi la mafia l’ha combattuta e continua a farlo con coraggio.
Come Salvatore Borsellino, fratello di Paolo.
Ops. Scusate.
A dire il vero, a Caselle c’è già stato.
Peccato solo che nessun rappresentante della Commissione fosse presente.
E allora uno si chiede: come?!
Salvatore Borsellino ha 83 anni, continua a girare l’Italia per parlare di giustizia, arriva persino a Caselle… e nessuno ne approfitta per ascoltarlo?
Pensiamo a quelli che vanno al concerto di Vasco Rossi dicendo: “Questo è l’ultimo tour!”, con caccia disperata al biglietto a qualsiasi prezzo.
Qui era gratis. Sì, faceva un po’ caldo… ma anche lì si misura l’interesse.
Ci sono cose che non si capiscono.
Perché certi valori non si proclamano, si incarnano.
Se, a conti fatti, vengono messi da parte per altro, allora non sono valori. Sono slogan.
La prossima riunione della CPO avrà un compito: preparare le iniziative per celebrare Paolo Borsellino.
E qui arriva il paradosso: il fratello era presente a Caselle, e noi non c’eravamo.
Ora dobbiamo organizzare gli eventi per celebrarlo.
È come essersi persi il treno e mettersi a discutere su quale valigia sarebbe stata più adatta da portare.
Come dicevano certi vecchi antropologi: l’essere umano è complicato da capire.
Beh, che dire. A tutto c’è rimedio.
Da ragazzini, alla Prima Comunione, si era costretti ad andare a messa la domenica. E spesso non ci si andava.
Ma la presenza era obbligatoria. Allora si recuperava durante la settimana.
E in caso contrario, si recitavano dieci Padre Nostro e dieci Ave Maria, come penitenza da confessione.
Qui potremmo fare lo stesso. Anche se ripartecipare è un po’ più complesso, visto che si trattava di un evento unico, senza repliche.
E allora, ecco la soluzione alternativa:
leggere almeno una decina di volte il discorso del fratello Salvatore,
poi sedersi in silenzio
e decidere — con coerenza — le prossime iniziative.
Sì, avete letto bene.