Le comunicazioni chieste dalla consigliera Valentina Sganga (M5S) sono l’occasione di riepilogare in sala Rossa quanto la città sta facendo da due anni nella gestione degli uffici immigrazione della Questura in corso Verona ha premesso l’assessore Francesco Tresso prima di riepilogare le intese in corso e lo stato dell’arte. E’ confermato l’abbandono in autunno della sede di corso Verona per criticità strutturali e il trasferimento degli uffici in via Val della Torre in spazi coperti ampi 2.500 mq; nell’immediato è prevista l’apertura di una dozzina di nuovi sportelli nel commissariato (in applicazione della mozione approvata dal Consiglio sul tema) della Questura centrale di via Dorè e, nei prossimi giorni, nell’ex commissariato di via Botticelli a Barriera di Milano. A febbraio sono previste altre aperture in Commissariati fuori Torino: Ivrea, Rivoli, Susa. Da questa settimana entrano in vigore nuovi orari di apertura in corso Verona: dal lunedì al giovedì, già a partire dal mattino. Nel confronto con la Prefettura la Città ha chiesto maggiori garanzie per implementare il sistema di prenotazione on-line con ‘Prenota facile’ già in uso presso altre sedi italiane delle Questure: In seconda battuta al momento del rilascio del titolo di asilo cartaceo si ipotizza di inserire l’appuntamento per il rinnovo dopo sei mesi. Si sta lavorando – ha concluso Tresso – a un protocollo d’intesa tra anagrafe e Questura per disporre della situazione aggiornata dei rinnovi dei permessi di rinnovo rilasciati.
Nel dibattitoValentina Sganga ha ricordato che la situazione si protrae non solo da qualche settimana ma, in realtà, da più di due anni, una ferita per la città e per i diritti umani, una situazione indegna e vergognosa. Per la consigliera pentastellata le soluzioni sono già state evidenziate più volte, dalle procedure online, al decentramento, ad un maggior numero di operatori impegnati a gestire le pratiche. Non è ancora sufficiente; bisogna continuare a sollevare il tema perché l’attenzione delle istituzioni deve essere massima. La sicurezza di cui tanto si parla non deve essere solo controllo e repressione ma garanzia dei diritti fondamentali delle persone fragili.
Per Giuseppe Catizone (Lega) il dialogo fra le istituzioni ha portato a una prima soluzione grazie alla Curia che ha provveduto a mettere a disposizione una struttura adeguata. Le condizioni disumane non sono solo per i richiedenti; anche gli agenti della Polizia di Stato lavorano in condizioni pessime. Poi concorda sul fatto che il rinnovo debba essere più veloce del rilascio. Una pratica amministrativa che si dovrebbe risolvere più rapidamente.
Claudio Cerrato (PD) ritiene si sia perso il senso della situazione. Bene che stia finalmente migliorando la situazione grazie a una efficace interlocuzione con gli uffici di Prefettura e Questura. Alcune questioni sono in capo allo Stato e al Governo: se lo stabile utilizzato è inagibile non deve essere il Comune a trovare una soluzione. Ritiene poi una questione etica la possibilità di un decreto automatico di rinnovo del permesso di soggiorno, sennò diventa vessazione.
Parla di festival dell’ipocrisia Enzo Liardo (Fd’I) riferendosi ai consiglieri seduti sui banchi della maggioranza, ricordando che già nel 2023 i consiglieri di minoranza presentarono un’interpellanza su questo tema e furono i primi a evidenziare la difficile situazione. Per Liardo una possibile soluzione alle necessità evidenziate è quella di utilizzare lo stabile gestito da Askatasuna.
Anche Tiziana Ciampolini (Torino Domani) ritiene che la situazione annosa sia un problema nazionale dovuto alla mancanza di politiche governative sulla migrazione. Le persone che richiedono il rinnovo del permesso di soggiorno sono persone normali che lavorano; diecimila persone che hanno bisogno di un accompagnamento perché le regole e le procedure per rinnovare sono complicatissime. Persone normali ma deboli che contribuiscono allo sviluppo del nostro Paese e generano ricchezza. Oggi stanno perdendo la fiducia e vorrebbero andarsene.
La consigliera Ivana Garione (Moderati) vede nelle parole di Tresso una luce per risolvere una situazione annosa vergognosa; parole – ha commentato – che dimostrano l’incolpevolezza dell’Amministrazione comunale.
Emanuele Busconi (Sinistra ecologista) vede nella relazione della Giunta una Torino che si dimostra solidale pur in un contesto legislativo complesso che punta a criminalizzare i più deboli. Certo, ha aggiunto, occorrerà più personale e uno snellimento delle procedure.
Ahmed Abdullahi (Pd) ha espresso solidarietà alle persone ‘visibili’ in coda e alle forze dell’ordine impegnate a gestire una situazione difficile e agli ‘invisibili’, coloro che aspettano fino a nove mesi per venire a capo della pratica.
Silvio Viale (+Europa – Radicali) ritiene necessario rifare ogni tre mesi la discussione odierna per confrontarsi su una situazione inaccettabile che vede persone costrette a rimanere al freddo, ad arrangiarsi per giorni per avere un appuntamento. Una questione politica come una questione per risolvere l’emergenza immediata. Forse servirebbe la Protezione civile per alleviare questa emergenza, un problema sottovalutato cui occorre trovare presto una soluzione.
Per Elena Apollonio (Alleanza dei democratici – DemoS) sono persone con vite sospese, quando basterebbe semplificare la procedura per il rilascio dei permessi di soggiorno per risolvere la situazione. Non è chiaro a chi possa tornare utile rendere difficile la vita a persone che vogliono ottenere quello che è un loro diritto.
Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ricorda che sono tre anni che si ripetono gli incontri fra istituzioni per trovare uno stabile in sostituzione di corso Verona. Si chiede: possibile che il Comune non ne abbia a disposizione? E ritiene assurdo che debba pensarci la Curia quando la Città è proprietaria di numerosi immobili non utilizzati.
Sara Diena (Sinistra ecologista) ribadisce come sia riduttivo un dibattito sull’edificio quando il vero problema sono le ore d’attesa per ottenere documenti che in altri Paesi si ottengono in via digitale. Il primo passo deve essere una struttura adeguata ma i tempi vanno ridotti.
(r.t. – m.l.) – Ufficio stampa Consiglio comunale