Da oggi Torino ha una nuova guida turistica. Promossa dalla Città di Torino, in collaborazione con EDT, “Torino riflessa. La città vista dalle vetrine”, è un viaggio tra gli spazi del commercio locale che raccontano storie di resilienza, innovazione e tradizioni tramandate, svelando il volto autentico della città attraverso le vetrine dei suoi negozi, i mercati rionali e le botteghe artigianali.
“Abbiamo voluto mostrare la Città attraverso le vetrine dei negozi – ha dichiarato l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino – per raccontare storie di tradizione, resilienza e innovazione, sottolineando l’importanza del commercio di prossimità come motore economico e pilastro della comunità. Non solo una guida, ma un invito a guardare la Città che ha saputo coniugare memoria e modernizzazione con occhi nuovi. Un viaggio tra passato e presente che ci invita a riflettere sul valore delle nostre scelte di acquisto e nostra capacità di valorizzare ciò che rende unica la nostra Città”.
“Ci siamo sentiti a casa nello sviluppare questo progetto – ha dichiarato il direttore di EDT Angelo Pittro -, perché EDT condivide lo spirito delle storie raccontate in questa guida. Siamo una casa editrice torinese, fondata 50 anni fa dalla famiglia Peruccio e anche la nostra sede è frutto della riconversione di un’antica fabbrica. Con Torino Riflessa, grazie alla scrittura ispirata di Alessandro Lamacchia e Stefano Cavallito e agli scatti di Michele D’Ottavio, abbiamo voluto dare voce alle storie nascoste dietro le vetrine, raccontando luoghi che custodiscono il valore del lavoro artigianale, delle cose fatte con passione e con cura”.
Dal cuore elegante del centro, con i suoi fasti barocchi e risorgimentali, alle periferie più vitali, il progetto mette in luce come Torino, pur avendo mostrato ben più di una volta il proprio talento nel cambiare pelle, abbia mantenuto una profonda connessione con il suo passato. Le vetrine di Torino non sono solo spazi di esposizione: sono specchi del tempo, capaci di riflettere le trasformazioni sociali e culturali della città. Ogni angolo ha qualcosa da raccontare: dalle preziose scaffalature in legno della storica Erboristeria della Consolata, che profuma ancora di timo serpillo, alla splendida boiserie della gioielleria Palmerio 1932 in via XX Settembre, un tempo sede dell’agenzia di viaggi Transatlantica Robotti, fino a via San Secondo, dove le vetrine viola di un centro dentistico convivono con la grande devanture lignea con motivi neoclassici di inizio Novecento e parte degli arredi nella attuale Caffetteria Nobile. Questi elementi, accanto a molti altri, racchiudono saperi e tradizioni che rappresentano il cuore della città.
La vitalità dei mercati
Porta Palazzo, il mercato più grande d’Europa, è il simbolo della diversità e dell’accoglienza di Torino, come ci ricordano le luci d’artista di Michelangelo Pistoletto “Amare le differenze” che decorano l’Antica Tettoia dell’Orologio. Girando per questo mercato e per gli altri che si incontrano verso il nord della città, si trovano specialità uniche, come il sapone di Aleppo della Drogheria Rinaldi o i taralli fragranti del tarallificio Il Covo in Piazza Foroni. Nella Galleria Umberto I, che si imbocca nell’esedra di Porta Palazzo, la storica Casa della Tuta, nata nel 1933, continua a vendere abiti da lavoro, portando avanti una tradizione che abbraccia generazioni. Questi mercati, più che spazi commerciali, sono luoghi di vita e incontro dove tradizioni e storie si intrecciano.
Tradizione e innovazione
Torino è una città che non ha mai avuto paura di cambiare. Gli spazi industriali dismessi, come il Lingotto, ora polo culturale e commerciale, e il birrificioMetzger di via Catania, trasformato in birreria artigianale e sede di eventi culturali, dimostrano la straordinaria capacità della città di reinventarsi e rigenerarsi. Lo stesso accade nei piccoli negozi, come la Panetteria Bertino di via Galliari, che all’epoca delle leggi razziali salvò alcuni dei suoi clienti storici nascondendoli nei sotterranei; o alla Torrefazione Samambaia di via Madama Cristina, dove un florilegio di dolciumi testimonia storie di resilienza e passione con una fragranza d’altri tempi.
Il valore del commercio di prossimità
Torino Riflessa sottolinea l’importanza del commercio locale non solo come motore economico, ma anche come pilastro della comunità. Nella centralissima via San Tommaso, negozi come la latteria delle sorelle Bera e la drogheria fondata da Lavazza nel 1895 raccontano un passato che si rinnova ogni giorno. Non meno significative sono le attività periferiche, come la fabbrica di vernici Zoccali, che ha saputo reinventarsi per rispondere alle esigenze moderne.
Una città che si racconta
Torino Riflessa è molto più di una guida: è un invito a guardare la città con occhi nuovi, a perdersi nei suoi quartieri e a scoprire la bellezza nascosta nelle sue vetrine. Attraverso luoghi simbolici come il San Giors, una stazione di posta rinnovata alla fine del ‘800 e oggi bellissimo ristorante tradizionale e locanda con “camere d’artista”, o come il grande ostello Combo ospitato nell’antica caserma dei pompieri, il progetto conferma e rivela che la città ha saputo coniugare memoria e innovazione. Seguire le ispirazioni di Torino Riflessa sarà un viaggio tra passato e presente che ci invita a riflettere sul valore delle scelte quotidiane dei torinesi e sulla loro capacità di sostenere ciò che rende unica la loro città.
Questo è solo l’inizio del viaggio che Torino riflessa propone. Sfogliate e le leggete le pagine della guida per trarre ispirazione sempre nuova e fatevi aiutare dall’app “Torino Mercati” (https://qrco.de/TorinoMercati?trackSharing=1) e dal sito “Torino Compra Vicino” (https://compravicino.comune.torino.it/) per accedere a informazioni sui negozi, gli eventi e i mercati, ma anche a percorsi tematici e turistici insoliti e affascinanti. (r.r.)