Questa mattina la Giunta Comunale, su proposta della Vicesindaca Michela Favaro, ha approvato un nuovo avviso di coprogettazione volto alla realizzazione di percorsi formativi e servizi di accompagnamento finalizzati all’inclusione socio-lavorativa di minori e giovani adulti sottoposti a procedimenti penali dall’Autorità Giudiziaria Minorile. Contestualmente l’esecutivo di Palazzo Civico ha individuato le linee guida per la redazione dell’avviso rivolto agli Enti del Terzo Settore e alle agenzie formative accreditate.
In particolare la coprogettazione si pone l’obiettivo di selezionare e sviluppare progetti di reinserimento sociale fondati sul lavoro, in connessione con le agenzie formative accreditate e con le aziende e attraverso un sostegno personalizzato che prenda in considerazione gli aspetti culturali e sociali della persona.
Nel contesto dell’Istituto Penale per i Minorenni (IPM) Ferrante Aporti di Torino, la Città ha già avviato progettualità significative in collaborazione con la Regione Piemonte e il Terzo Settore. Tuttavia, la complessità delle problematiche evidenziate, tra cui l’aumento dell’aggressività tra i giovani detenuti e la difficoltà nel reperire strutture comunitarie adeguate, rende necessario attivare ulteriori misure specifiche. Particolare attenzione sarà dedicata al rafforzamento del numero di mediatori interculturali e alla promozione di percorsi formativi e scolastici sostenibili, anche per detenuti con permanenze medie brevi.
La Città di Torino, attraverso il Servizio Lavoro e Rapporti con il Sistema Carcerario ha così deciso di dare vita a questa nuova iniziativa finalizzata al reinserimento sociale dei giovani in situazioni di restrizione o soggetti a misure alternative alla detenzione.
Il budget complessivo è di 216.731,43 euro, con attività che prenderanno avvio nel corso del 2024 e si concluderanno entro il 31 dicembre 2026. L’obiettivo è di sviluppare percorsi che, attraverso il lavoro, favoriscano il reinserimento sociale di giovani in difficoltà. Il progetto si propone, inoltre, di offrire un sostegno personalizzato, tenendo conto degli aspetti culturali e sociali di ogni individuo, per garantire che l’inserimento lavorativo sia non solo efficace, ma anche orientato a costruire competenze professionali concrete e utili per una piena realizzazione personale e una partecipazione attiva alla vita sociale.
Gli interventi saranno destinati a giovani di età compresa tra i 14 e i 25 anni che si trovano in diverse condizioni di restrizione. In particolare, il progetto coinvolgerà ragazzi che si trovano nell’Istituto Penale Minorile (IPM) Ferrante Aporti; giovani presi in carico dagli Uffici di Servizio Sociale per i minorenni e sottoposti a misure cautelari come il collocamento in comunità; coloro che stanno seguendo percorsi di Messa alla Prova o sono in carico agli Uffici di Esecuzione Penale Esterna. In alcuni casi, gli interventi potranno essere estesi anche ai detenuti nel carcere Lorusso e Cutugno.
Con la nuova delibera, quindi, la Città si impegna a sviluppare progettualità per promuovere percorsi formativi e professionali personalizzati; azioni di mediazione interculturale per supportare i giovani provenienti da contesti multietnici; attività sportive, culturali e di rinforzo dell’autostima; interventi di assistenza socio-educativa e accoglienza nelle strutture comunitarie.
“Nel Tavolo di emergenza convocato all’indomani delle rivolte nel carcere minorile di Torino, vi era la necessità di rafforzare le proposte formative e spendibili sul mercato del lavoro che l’Istituto poteva offrire a minori e giovani-adulti reclusi in particolare nei mesi estivi quando le giornate si svuotano di impegni. Con questo bando, a valere su risorse della Città, proviamo a dare una prima risposta concreta attivando nel 2025 e 2026 moduli formativi di breve durata che addestrino a operazioni concrete nell’ambito delle reali richieste del mercato. Con questi fondi si potranno anche allestire locali idonei all’interno della struttura e affiancare ai formatori figure di mediazione e sostegno etnopsichiatrico. Grazie al coinvolgimento dell’amministrazione penitenziaria, degli enti della formazione professionale accreditati sul territorio e delle associazioni di categoria potremo offrire percorsi di reinserimento più concreti ed efficaci con l’obiettivo di migliorare le condizioni di permanenza nell’istituto e gli esiti dei percorsi di reinserimento”, afferma la Vicesindaca Michela Favaro. (e.b.)