Parcheggi in centro. Scettica la minoranza
CASELLE — Insieme alle celeberrime aree Ata, la zona Rn1A (a sud-ovest, tra via Colombo e via alle Fabbriche) è la grande “incompiuta” della pianificazione urbanistica casellese, al punto che la questione, su cui più volte si è espressa la Regione, si trascina dall’ormai lontano 2001.
L’Amministrazione ci ha messo mano e lunedì pomeriggio i professionisti da essa incaricati si sono presentati in Sala Consigliare per esporre l’andamento del progetto di un piano particolareggiato nell’ambito di una seduta della Commissione Urbanistica. A tracciare il quadro generale del progetto, «complesso come tutti i piani particolareggiati di una certa dimensione», è stato l’ingegner Giorgio Sandrone, il quale ha rassicurato che non viene modificata la capacità edificatoria del piano regolatore vigente. L’interesse del Comune è di insediare nell’area una nuova scuola, che ospiti classi sia della materna sia della primaria. Trattandosi di un plesso che ricade nella classe acustica 1, verrebbe collocata nella parte più a est, allontanandola dagli insediamenti produttivi (classe 6) con cui l’area confina a ovest. Al contempo viene attuato un trasferimento di cubatura da tre aree del centro degradate: una compresa tra via Cravero e via Roma, all’altezza della piazzetta; una striscia tra via Bianco di Barbania e strada Aeroporto; e l’ex cascina all’angolo
tra via D’Andrà e piazza Garambois, balzata spesso all’onore delle cronache per le colonie di piccioni che ospita e il rischio di caduta di tegole. Il loro destino, secondo il piano particolareggiato in via di completamento, è di diventare parcheggi, mentre nella Rn1A sorgeranno edifici residenziali alti dai quattro ai sette metri fuori terra. L’area, che dovrà essere ovviamente di piena proprietà comunale, inoltre ospiterà nella parte ovest un parco pubblico, nella parte nord un viale alberato e al suo interno piste ciclabili e strade per la mobilità dolce con limiti di 20 e 30 chilometri orari.
La minoranza non nasconde le perplessità. «Il progetto – sottolinea l’ex sindaco Luca Baracco – è abbastanza “convincente” date le condizioni di partenza del piano regolatore, ma non mi entusiasma. Elevare a sette piani fuori terra gli edifici è una scelta che, pur apprezzando il fatto che si limita il consumo di suolo, non corrisponde in alcun modo con il tessuto urbano e la storia della città. Ho chiesto alla maggioranza soluzioni meno impattanti».
Endrio Milano, invece, che non ha potuto far parlare il suo consulente Antonio Maria Amato per il voto contrario della presidente Sonia Fava, ricorda che il piano regolatore ha subito in vent’anni otto varianti parziali
e 43 modifiche. «Mi sarei aspettato dalla proposta – commenta più coraggio nell’esprimere idee e proposte» per sistemare «un’area densamente abitata, assolutamente priva di servizi, senza spazi commerciali, senza una piazza per fare aggregazione; assolutamente avulsa dal contesto della città». E aggiunge: «Manca completamente un’idea strategica di rigenerazione urbana e rilancio del nostro centro storico».
— STEFANO TUBIA
fonte www.ilrisveglio-online.it edizione 01/02/2024