TORINO – Il 18 febbraio è una data storica per la città di Torino e per l’Italia: nel 1861 nasce lo stato unitario.
Vittorio Emanuele II di Savoia convoca, a Palazzo Carignano il primo parlamento del nuovo Regno d’Italia. E’ composto da 443 deputati eletti da meno di 420 mila cittadini, con adeguate caratteristiche di censo e di istruzione, su una popolazione totale di oltre 22 milioni di cittadini. Di fatto, solo il 2 % della popolazione detiene il diritto di votare o di essere votato.
Il sistema elettorale del tempo è peraltro fondato su collegi uninominali, a due turni, sul modello francese.
La legge sarda
Le prime elezioni politiche per formare la prima Camera del Regno, si svolgono sulla base di una legge sarda del 1848 (la numero 680 del 17 marzo di quell’anno) che ammette al voto solo i cittadini maschi che abbiano compiuto almeno 25 anni, e che appartengano a un censo determinato dal pagamento di un importo minimo di imposte che varia dalle 40 lire annue del Piemonte alle 20 della Liguria. Redditi che per quell’epoca significano essere possidenti o agiati imprenditori. Sono ammesse al voto anche altre categorie di elettori in possesso di particolari requisiti professionali, quali i laureati, i notai, gli ufficiali in pensione, purché in possesso di almeno la metà del censo richiesto. La legge consente infine l’iscrizione nelle liste elettorali di commercianti, industriali, artigiani, pur non soggetti a particolari imposte dirette per la loro attività.
La nascita
Nella serata del 18 febbraio 1861 Torino viene illuminata dai fuochi d’artificio sparati in cielo dalla Gran Madre di Dio, mentre i palazzi del centro fanno festa e la musica di bande militari e concertisti si diffonde nelle vie e nelle piazze.
Il Parlamento Subalpino nel giorno della seduta reale acclamava Vittorio Emanuele II, Re d’Italia.
L’articolo 18 febbraio 1861: 163 anni fa l’Italia nasceva a Torino proviene da Quotidiano Piemontese.