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“E’ possibile risolvere le cause che generano la fuga in massa di interi popoli? […] Alla base di ogni viaggio c’Γ¨ un fondo oscuro, una zona d’ombra che raramente viene rivelata, persino a se stessi. Un groviglio di pulsioni e ferite segrete che spesso rimangono tali. […] Solo altro viaggiatore puΓ² capire il peso delle parole che pronunceranno e indicare loro la strada della leggerezza. […] Ho impiegato molto tempo per capirlo. Bisogna farsi viaggiatori per decifrare i motivi che hanno spinto tanti a partire e tanti altri ad andare incontro alla morte. […] Ascoltare dalla voce di chi ha oltrepassato i confini come essi sono fatti.
[…]Ogni volta che viene pronunciata, il mondo nuovo si affretta a venire mentre quello vecchio scompare. […] E’ la frontiera.
Per molti Γ¨ sinonimo di impazienza, per altri di terrore. Per altri ancora coincide con gli argini di un fortino che si vuole difendere. Tutti la mettono in cima alle altre parole. La frontiera corre sempre nel mezzo. Di qua c’Γ¨ il mondo di prima. Di lΓ c’Γ¨ quello che deve ancora venire, e che forse non arriverΓ mai.”
Tratto da “La frontiera raccontata ai ragazzi che sognano un mondo senza frontiere”, Leogrande A. e Terranova N., ed. Feltrinelli Ragazzi.
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