Corte Costituzionale

Serie Costituzionale n.6 del 05/02/2025

05/02/2025 Gazzetta n. 6

Le ultime decisioni della Corte Costituzionale: confisca, giustizia minorile e sanità pubblica

La Corte Costituzionale ha recentemente emesso diverse pronunce di grande rilievo, intervenendo su questioni di diritto penale, giustizia minorile e regolamentazione sanitaria.

Una delle sentenze più significative riguarda la confisca obbligatoria dei beni utilizzati per commettere un reato. La Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale parziale dell’articolo 2641 del Codice Civile, stabilendo che tale misura, se imposta in modo rigido e senza considerare la proporzionalità, viola principi fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana e dalle normative europee. Il caso trae origine da una condanna per reati societari, in cui i giudici di merito avevano disposto la confisca di ingenti somme di denaro, sollevando il dubbio sulla sua compatibilità con il principio di proporzionalità della pena. La decisione della Consulta rafforza il principio secondo cui ogni sanzione, compresa quella patrimoniale, deve essere commisurata alla gravità del reato e alla condizione dell’imputato.

Un’altra pronuncia importante riguarda il diritto minorile. La Corte si è espressa sull’esclusione dell’istituto della messa alla prova per i reati aggravati di violenza sessuale di gruppo e violenza sessuale. La questione, sollevata per presunta violazione dei principi di protezione dell’infanzia, è stata dichiarata inammissibile. Secondo i giudici costituzionali, la norma in discussione ha natura processuale e non incide sui diritti fondamentali dei minori, confermando dunque la sua legittimità.

In materia di sanità pubblica, il Presidente del Consiglio dei ministri ha impugnato una norma della Regione Siciliana che prevede un aumento del 7% delle tariffe per le strutture riabilitative e assistenziali per disabili e soggetti autistici. La questione verte sulla sostenibilità economica della misura e sulla corretta ripartizione delle risorse del Servizio Sanitario Regionale. L’intervento della Corte Costituzionale sarà determinante per chiarire se la norma regionale rispetta i principi di equità nella gestione della spesa pubblica.

Infine, si segnala un dibattito giuridico sull’ordinamento della magistratura onoraria. Il TAR del Lazio ha sollevato una questione di legittimità costituzionale riguardante i criteri di nomina dei giudici onorari, in particolare la prevalenza dell’anzianità di servizio con un limite massimo di dieci anni, seguito dal criterio dell’età anagrafica. La Corte dovrà esprimersi sulla coerenza di questa regola con i principi di parità di accesso alle cariche pubbliche.

Le ordinanze del Tribunale di Firenze e del Tribunale di Locri sollevano invece la questione dell’abrogazione dell’abuso d’ufficio, sancita dalla legge 114/2024. La Consulta dovrà valutare se la cancellazione di questo reato sia in linea con i principi costituzionali di tutela della legalità e buon andamento della pubblica amministrazione.

Anche il Consiglio di Stato è intervenuto in un tema di grande interesse pubblico: la proroga dei termini per l’adeguamento delle tariffe autostradali. La decisione riguarda le concessioni pubbliche e la regolazione dei prezzi, con implicazioni economiche rilevanti per il settore dei trasporti e per gli utenti della rete autostradale.

Le recenti decisioni della Corte Costituzionale confermano il suo ruolo centrale nella tutela dei diritti fondamentali e nella regolazione dell’equilibrio tra poteri dello Stato e autonomie locali. I prossimi sviluppi saranno fondamentali per comprendere l’impatto di queste pronunce sull’ordinamento giuridico e sulla vita quotidiana dei cittadini.