Nella recente edizione della Gazzetta Ufficiale sono state pubblicate diverse ordinanze della Corte Costituzionale riguardanti principalmente il settore dell’edilizia e urbanistica, con particolare riferimento alle normative della Regione Puglia. Questi atti mettono in luce i conflitti tra le normative regionali e le competenze esclusive statali, nonché i principi fondamentali nella materia del governo del territorio.
L’ordinanza n. 156 tratta la promozione del riuso e della riqualificazione del patrimonio edilizio, con la possibilità per i proprietari di proporre interventi edilizi con perizia asseverata da un professionista, previa deliberazione del consiglio comunale, e di realizzare incrementi volumetrici nei contesti rurali. Il Governo ha lamentato la violazione dei livelli di tutela dell’ambiente e del paesaggio, ma il processo si è concluso con la rinuncia del ricorso, accettata dalla controparte costituita.
L’ordinanza n. 157 riguarda deroghe alle altezze minime stabilite dalla legislazione statale mediante strumenti urbanistici comunali e interventi di ricostruzione con aumento della volumetria fino al 35%. Anche qui, il Governo ha sollevato questioni di competenza esclusiva statale, ma il processo si è estinto dopo la rinuncia del ricorso.
Similmente, l’ordinanza n. 158 affronta la possibilità di demolizione e ricostruzione con aumento di volumetria in deroga al Piano paesaggistico territoriale regionale (PPTR). Il Governo ha contestato la violazione della competenza esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente, ma la rinuncia del ricorso ha portato all’estinzione del processo.
L’ordinanza n. 159 si concentra su una disposizione transitoria che attrasse le pratiche edilizie nella pregressa disciplina del Piano casa regionale. Anche in questo caso, le obiezioni del Governo riguardavano la violazione della competenza esclusiva statale, ma il processo si è concluso con la rinuncia del ricorso.
Infine, tra gli atti di promovimento del giudizio della Corte, è degno di nota il ricorso n. 1 presentato dalla Regione Calabria. Questo ricorso solleva un conflitto di attribuzione tra enti, contestando un’ordinanza della Corte di cassazione che ha disapplicato una legge regionale riguardante il servizio idrico integrato. La Regione Calabria ha lamentato la lesione delle proprie funzioni legislative, ma l’esito di questo ricorso resta ancora da determinare.
Queste ordinanze riflettono l’eterna tensione tra autonomie regionali e competenze statali, sottolineando l’importanza di un equilibrio giuridico che rispetti sia le normative locali che i principi costituzionali nazionali.