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Puntata 2 – I 5 Quesiti Referendari: guida completa al voto dell'8-9 giugno

✍️Introduzione

L'8 e 9 giugno 2025 gli italiani sono chiamati a votare su 5 quesiti referendari che riguardano temi importanti come il lavoro, gli appalti e la cittadinanza. In questa seconda puntata dello speciale TicReferendum, ti spieghiamo in modo semplice e chiaro cosa significano i quesiti e quali sarebbero le conseguenze di un SÌ o di un NO.

Sei pronto per il referendum dell'8-9 giugno?

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Se non hai ancora chiaro cos'è un referendum abrogativo e come funziona, leggi prima la nostra guida introduttiva.

📝Quesito 1 – Contratto a tutele crescenti: disciplina dei licenziamenti illegittimi

Testo ufficiale:
«Volete voi l'abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante "Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti" nella sua interezza?»

🔍 Cosa significa in parole semplici:
Il Jobs Act ha introdotto una norma che, in caso di licenziamento illegittimo, prevede solo un'indennità economica (senza reintegro nel posto di lavoro). Il referendum vuole cancellare questa norma, per tornare alla possibilità di reintegro.

💡Esempio pratico: Se vieni licenziato ingiustamente, oggi hai diritto a un risarcimento economico, ma non torni al lavoro. Con il SÌ, invece, potresti tornare in azienda.

Conseguenze del voto:

Se vince il SÌ:

  • Si torna alla normativa precedente: possibilità di reintegro per licenziamento illegittimo
  • Maggiore tutela per i lavoratori
  • Maggiore rischio legale per i datori di lavoro

Se vince il NO:

  • Resta il contratto a tutele crescenti con indennizzo ma senza reintegro
  • Maggiore flessibilità per le aziende
  • Minore protezione per i nuovi assunti

👥Chi lo propone: CGIL – per rafforzare i diritti dei lavoratori licenziati ingiustamente.

📎 Fac-simile scheda: Visualizza la scheda di voto (colore verde)

📝Quesito 2 – Piccole imprese: licenziamenti e indennità

Testo ufficiale:
«Volete voi l'abrogazione dell'articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante "Norme sui licenziamenti individuali", come sostituito dall'art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: "compreso tra un", alle parole "ed un massimo di 6" e alle parole "La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro."?»

🔍 Cosa significa in parole semplici:
Nelle piccole imprese (meno di 16 dipendenti), se un lavoratore viene licenziato ingiustamente, oggi il datore può scegliere tra riassumerlo o risarcirlo con un'indennità tra 2,5 e 6 mensilità. Il referendum vuole togliere questi limiti e lasciare al giudice la libertà di stabilire un risarcimento equo in base alle circostanze.

💡Esempio pratico: Se lavori da 12 anni in una piccola azienda e vieni licenziato ingiustamente, oggi potresti ricevere al massimo 6 mensilità. Con il SÌ, un giudice potrebbe decidere un risarcimento più alto, se lo ritiene giusto.

Conseguenze del voto:

Se vince il SÌ:

  • Via i limiti minimi e massimi dell'indennità
  • Il giudice decide l'importo più equo, caso per caso
  • Maggiore tutela per i lavoratori licenziati ingiustamente

Se vince il NO:

  • Restano in vigore i limiti attuali (da 2,5 a 6 mensilità)
  • Più certezza per i datori di lavoro
  • Rischio che il risarcimento non sia proporzionato al danno

👥Chi lo propone: CGIL – per garantire risarcimenti più giusti anche nelle piccole imprese.

📎 Fac-simile scheda: Visualizza la scheda di voto (colore arancione)

📝Quesito 3 – Contratti a termine: ritorno all'obbligo di causale

Testo ufficiale:
«Volete voi che sia abrogato il d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81, limitatamente alle parti che consentono di assumere a tempo determinato fino a 12 mesi senza causale?»

🔍 Cosa significa in parole semplici:
Oggi un'azienda può assumere una persona con un contratto a termine fino a 12 mesi senza spiegare il motivo (causale). Il quesito vuole eliminare questa possibilità e reintrodurre l'obbligo di indicare una motivazione anche per contratti brevi.

💡Esempio pratico: Se vieni assunto per 11 mesi, oggi non serve spiegare perché il contratto è a termine. Se vince il SÌ, il datore dovrà specificare un'esigenza tecnica o organizzativa anche per durate brevi.

Conseguenze del voto:

Se vince il SÌ:

  • Ogni contratto a termine dovrà essere motivato
  • Maggiore tutela contro l'uso improprio del lavoro a termine
  • Più trasparenza per i lavoratori

Se vince il NO:

  • Resta possibile assumere senza causale fino a 12 mesi
  • Più flessibilità per le imprese
  • Possibili abusi e precarietà prolungata per i lavoratori

👥Chi lo propone: CGIL – per contrastare l'abuso dei contratti a termine senza motivo specifico.

📎 Fac-simile scheda: Visualizza la scheda di voto (colore grigio)

📝Quesito 4 – Responsabilità negli infortuni negli appalti

Testo ufficiale:
«Volete voi l'abrogazione dell'art. 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, limitatamente alle parole: "Le disposizioni del presente comma non si applicano ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell'attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici."?»

🔍 Cosa significa in parole semplici:
Oggi, se un lavoratore di un'impresa appaltatrice si infortuna per colpa di un rischio legato alla sua attività specifica, il committente non è responsabile. Il quesito vuole eliminare questa eccezione, rendendo il committente sempre responsabile insieme all'appaltatore e subappaltatore.

💡Esempio pratico: Un'azienda affida la manutenzione di un impianto a un'impresa esterna. Se un lavoratore di quest'ultima si infortuna per un rischio tipico del lavoro affidato, oggi il committente non risponde. Con il SÌ, anche il committente sarà coinvolto.

Conseguenze del voto:

Se vince il SÌ:

  • Il committente diventa sempre corresponsabile per gli infortuni, anche se legati ai rischi specifici dell'appaltatore
  • Maggiore tutela e possibilità di risarcimento per i lavoratori
  • Incentivo a scegliere appaltatori affidabili e sicuri

Se vince il NO:

  • Il committente resta escluso in caso di infortuni dovuti ai rischi specifici dell'appaltatore
  • Meno costi e responsabilità per chi affida lavori in appalto
  • Minor incentivo al controllo sulla sicurezza degli appaltatori

👥Chi lo propone: CGIL – per rafforzare le tutele dei lavoratori negli appalti e rendere i committenti più responsabili della sicurezza.

📎 Fac-simile scheda: Visualizza la scheda di voto (colore rosso)

📝Quesito 5 – Cittadinanza italiana: riduzione da 10 a 5 anni di residenza

Testo ufficiale:
«Volete voi abrogare l'art. 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole "adottato da cittadino italiano" e "successivamente alla adozione"; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: "f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.", della legge 5 febbraio 1992, n. 91?»

🔍 Cosa significa in parole semplici:
Oggi uno straniero extracomunitario può richiedere la cittadinanza italiana dopo 10 anni di residenza legale. Il quesito propone di dimezzare questo requisito a 5 anni.

💡Esempio pratico: Se una persona vive e lavora legalmente in Italia da 5 anni, con il SÌ potrebbe già presentare domanda di cittadinanza. Oggi deve aspettare altri 5 anni.

Conseguenze del voto:

Se vince il SÌ:

  • Il requisito scende da 10 a 5 anni per fare richiesta di cittadinanza
  • Più integrazione e riconoscimento per chi vive stabilmente in Italia
  • Accesso più veloce ai diritti civili e politici

Se vince il NO:

  • Rimane necessario attendere 10 anni di residenza legale
  • Iter di accesso alla cittadinanza più lungo e selettivo
  • Mantenimento dello status quo e controlli più prolungati

👥Chi lo propone: Comitato promotore composto da +Europa, Possibile, Radicali Italiani, Rifondazione Comunista e associazioni civiche. L'obiettivo è promuovere inclusione e semplificare l'accesso alla cittadinanza.

📎 Fac-simile scheda: Visualizza la scheda di voto (colore giallo)

Domande frequenti sul Referendum

Quando si voterà per i referendum 2025?

I referendum si terranno sabato 8 e domenica 9 giugno 2025. I seggi saranno aperti dalle 8:00 alle 22:00 di sabato e dalle 7:00 alle 23:00 di domenica.

Come si vota al referendum?

Per votare al referendum bisogna tracciare una X sul SÌ se si vuole abrogare (eliminare) la legge, o sul NO se si vuole mantenerla in vigore. Ogni quesito ha una scheda di colore diverso.

Cosa serve per andare a votare?

Per votare è necessario presentarsi al proprio seggio con un documento d'identità valido e la tessera elettorale. Se hai smarrito la tessera, puoi richiederne un duplicato presso l'ufficio elettorale del tuo comune.

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